Occorre dire basta a chi, con una loquace menzogna sulla bocca, accusa l’Accademia Internazionale dell’Immagine di essere stata un allegro carrozzone dove un enorme sperpero di denaro pubblico e ruberie d’ogni genere sono state la regola, gettando così discredito su un prestigioso presidio dell’eccellenza formativa e produttiva nell’ ambito cinematografico italiano, e non solo, che nei suoi circa venti anni di feconda attività ha dato lustro alla città dell’Aquila ed a tutto il territorio abruzzese, rivelandosi una straordinaria quanto preziosa risorsa culturale.
Noi dipendenti, firmatari di questa Lettera Aperta, non possiamo fare a meno di testimoniare l’impegno, la competenza e la corretta gestione complessiva della stessa. Pertanto prendiamo le dovute distanze da dichiarazioni volte solo a screditare chiunque abbia operato all’interno dell’Accademia dell’Immagine, dalla dirigenza a tutti gli altri collaboratori, docenti compresi.
Affermiamo inoltre, con la stessa forza che ha sempre contraddistinto il nostro apporto ideativo-lavorativo:
E’ vergognoso
continuare a gettare un crescente disonore, oltre che sui vertici organizzativi, anche sui dipendenti, etichettati, spregiativamente, “raccomandati”. Ci sentiamo offesi e anche feriti nella nostra dignità professionale conquistata con anni e anni di duro lavoro in un delicatissimo settore dove non esistono orari o festività che tengano, ma solo progetti da portare a termine, quasi sempre con grandissimi sacrifici personali.
E’ vergognoso
che tali accuse arrivino in primis dai vertici istituzionali della Regione Abruzzo. Come si può giungere a tanto, con quale cinismo o bieco calcolo di una bassa politica si sta tentando, in modo maldestro, di delegittimare un’Accademia portata invece in palmo di mano sia in Italia che all’estero? Il Presidente Chiodi non ci conosce personalmente, né tanto meno ha mai voluto incontrarci per discutere dei nostri problemi lavorativi sorti all’indomani del sisma del 6 aprile 2009 a causa della totale inagibilità della sede operativa a Collemaggio.
L’Accademia dell’Immagine, ed è bene ricordarlo una volta per tutte, con i suoi 13 dipendenti, impegnati nei vari settori (quali Formazione, gestione Cinema Massimo, docu-film ed editoria), era frequentata da circa 80 studenti, provenienti da ogni parte d’Italia. I migliori professionisti nel settore del cinema, della televisione e della multimedialità, hanno contribuito in qualità di docenti alla formazione di nuovi registi, sceneggiatori, autori della fotografia, tecnici del suono, montatori, operatori, i quali hanno trovato subito soddisfacenti sbocchi professionali.
E’ vergognoso
aver dovuto constatare come i principali soci fondatori dell’Accademia dell’Immagine (Regione Abruzzo, Provincia e Comune dell’Aquila), anziché continuare a garantire il suo funzionamento nel 2009, attraverso un più che fattibile ripiano del disavanzo di gestione, si siano dati da fare per aprire in città un’altra Scuola di cinema, filiazione diretta del Centro Sperimentale di Cinematografia, dirottandovi i fondi sino ad allora garantiti prevalentemente da un’apposita legge regionale. Una Scuola di cinema che ha assorbito solamente 3 dipendenti provenienti dall’Accademia, peraltro frequentata da 24 studenti. Questa Scuola usufruisce del contributo annuale pubblico di circa 550 mila euro a fronte dei circa 350 mila garantiti all’Accademia dell’Immagine sino al 2008. Un semplice calcolo aritmetico ci fa rilevare che il costo medio per studente, in rapporto ai contributi erogati, pari a circa 4100 euro per l’Accademia dell’Immagine, è balzato a ben 22.900 circa, quintuplicandosi. A che è dovuta questa inspiegabile differenza di trattamento? Peraltro con un’attività del Centro Sperimentale di Cinematografia di gran lunga inferiore a quella dell’Accademia (ci limitiamo a segnalare la gestione del Cinema Massimo che impegnava ben 4 dei 13 dipendenti o l’intensa attività editoriale di valenza internazionale).
Questa sorprendente ed inattesa scelta istituzionale è stata resa possibile da un’apposita Convenzione firmata nel maggio del 2011 da varie Enti (Regione, Provincia e Comune dell’Aquila) con il Centro Sperimentale di Cinematografia ed il MIBAC, Convenzione finalizzata, in modo surrettizio, alla chiusura definitiva dell’Accademia dell’Immagine. Per quali oscure ragioni, si ripete, le ingenti risorse destinate alla nuova Suola, compreso il fitto di circa 60.000 euro annuali pagati per i locali dove si svolge l’attività didattica, non sono state destinate all’Accademia dell’Immagine che avrebbe potuto in tal modo continuare senza alcun problema la sua brillante esistenza iniziata nel 1993?
E’ vergognoso
constatare che molto probabilmente il vero, subdolo obiettivo dell’Ente Regione è quello di potersi impossessare dell’immobile di proprietà dell’Accademia dell’Immagine, attraverso la sua liquidazione. Uno stabile del valore di svariati milioni di euro, ristrutturabile grazie ai 6 milioni stanziati recentemente a tal fine dal CIPE. Questa sciagurata ipotesi la fa supporre la legge n. 4 del 2000 in cui è stato statuito che in caso di fallimento dell’Accademia, l’immobile sarebbe tornato nelle disponibilità della Regione.
E’ vergognoso
dover prendere atto della proterva volontà della Regione Abruzzo di procedere alla liquidazione dell’Accademia. Un disegno reazionario, questo, a cui ci opponiamo fermamente, in quanto si tratta di una disgraziata soluzione che ricadrà in negativo sul tessuto produttivo-culturale di una intera città così duramente provata a ben quattro anni e mezzo dal sisma del 6 aprile: L’Aquila terremotata, appunto!
E noi lavoratori dell’Accademia dell’Immagine, in Cassa Integrazione dal maggio del 2009 con una indennità mensile inferiore ai 500 euro, siamo nostro malgrado in compagnia di altre migliaia di concittadini che dopo il sisma si sono ritrovati, senza alcuna responsabilità personale, catapultati letteralmente in mezzo ad una strada tuttora piena di macerie: non solo fisiche, ma civili, psichiche e spirituali, innanzitutto.
Per queste semplici ragioni rivolgiamo un pressante appello di solidarietà agli aquilani, abruzzesi e italiani tutti per salvare l’Accademia Internazionale dell’Immagine ed il suo inconfondibile “Marchio di qualità” dalla catastrofe preannunciata, e, purtroppo perseguita con inaudita, quanto irresponsabile ferocia, da rappresentanti Istituzionali del tutto inaffidabili.
I dipendenti:
Giancarlo Iannucci
Carlo Petricca
Valentina Massari
Paola Lombardi
Valeria De Nardis
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