Il premio Nobel per la Pace Aung San Suu Kyi è arrivata oggi a Roma. Ad accoglierla il sindaco di Roma Ignazio Marino e gli applausi della gente nella piazza.
Poi in Campidoglio c’è stata la cerimonia per il conferimento della cittadinanza onoraria romana, dopo quasi 20 anni di attesa.
“Ogni Paese, non solo il mio, ha bisogno di pace. La pace nasce dal cuore e per raggiungerla bisogna sradicare la fonte dell’odio che è la paura” ha sottolineato la leader dell’opposizione birmana, Aung San Suu Kyi, nel suo intervenendo in Campidoglio alla cerimonia di consegna della cittadinanza onoraria.
“Dappertutto ci sono dei conflitti, la loro causa primaria sono paura e odio, ma condannare non basta, bisogna agire concretamente. Bisogna condannare le azioni ma non le persone, né in senso individuale né in senso di popoli. Alla fine ci si può redimere”, ha spiegato il Nobel per la Pace, ribadendo più volte, nel corso del suo discorso, “l’importanza dei giovani per il nostro futuro”.
Tra gli intervenuti alla cerimonia Francesco Rutelli per il quale Aung San Suu Kyi “è una delle persone al mondo che dà più forza, dignità e può restituire più fiducia in questo periodo storico alla politica”. Rutelli ha sottolineato l’importanza di “poter riconoscere a distanza di ben 19 anni l’onore di essere cittadina di Roma. Quel riconoscimento che non potemmo dare allora, ma che servì insieme a molti altri riconoscimenti – per primo il Nobel per la Pace – ad una riconquista di libertà e a riaccendere la speranza”.
“Lei ha ricevuto e riceverà la cittadinanza onoraria da tante città del mondo – ha aggiunto – ma la cittadinanza di Roma, nessuno me ne voglia, è unica al mondo” ha concluso l’ex sindaco di Roma
Tra i momenti più emozionanti del conferimento della cittadinanza onoraria l’incontro con Roberto Baggio. “Finalmente eccoci fianco a fianco e finalmente possiamo guardarci negli occhi”: ha detto Roberto Baggio rivolgendosi ad Aung San Suu Kyi. “Sono davvero molto emozionato e felice: qui a Roma – ha aggiunto – il 20 dicembre del 2007, facendomi un grande onore, hai voluto che ritirassi il Premio Roma per la Pace e l’azione umanitaria che il sindaco Walter Veltroni ti aveva conferito.
Adesso, sempre a Roma, davanti al sindaco Ignazio Marino, posso finalmente consegnarti, dopo 6 anni, quel premio. Sei anni in cui il ricordo più vivo – ha concluso – riguarda il giorno della tua liberazione”.
“Benvenuta a Roma Aung San Suu Kyi, benvenuta da sempre”, sono state le parole del ministro degli Esteri Emma Bonino.
La titolare della Farnesina ha ricordato quando, negli anni ’90, si recò in Birmania per incontrare “The Lady”. “Allora ci hai detto usate la vostra libertà per promuovere la nostra, forse ce lo devi ridire. Perché forse l’abbiamo sentito ma non l’abbiamo capito”, ha sottolineato il ministro ricordando poi il recente bilaterale con il suo omologo birmano. “Penso che l’unione delle forze della tua resistenza possa spingere ulteriormente l’apertura democratica del tuo governo. Apertura che si può anche chiudere facilmente e per questo c’è bisogno della tua grande capacità di lotta non violenta e del nostro aiuto”. ha concluso Bonino.
Al termine degli interventi il sindaco di Roma Ignazio Marino ha consegnato a Aung San Suu Kyi la pergamena e la Lupa Capitolina, simboli dello stato di cittadino Romano, conferitole dal consiglio comunale di Roma nel 1994 su proposta dell’allora sindaco Francesco Rutelli.
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