Pensioni, solo i permessi per la legge 104 restano fuori dal calcolo

Rimane fuori solo la legge 104. La Camera dei deputati ha corretto solo in parte il testo del decreto sulla riorganizzazione della pubblica amministrazione, che sull’onda della riforma Fornero escludeva dalla copertura contributiva i giorni dedicati ad una serie di congedi per esigenze familiari o solidaristiche. Ricompresi i giorni dedicati alla donazione di sangue e […]

Rimane fuori solo la legge 104. La Camera dei deputati ha corretto solo in parte il testo del decreto sulla riorganizzazione della pubblica amministrazione, che sull’onda della riforma Fornero escludeva dalla copertura contributiva i giorni dedicati ad una serie di congedi per esigenze familiari o solidaristiche. Ricompresi i giorni dedicati alla donazione di sangue e i congedi parentali, rimangono però fuori i congedi e i permessi ai sensi della legge 104, fruiti dai lavoratori per assistere i familiari con grave disabilità. “È inspiegabile perché si sia sanata questa incongruenza solo per alcune fattispecie – commenta Francesco Belletti, presidente del Forum delle Associazioni Familiari -. Capiamo e condividiamo la battaglia della Fish e delle altre associazioni di famiglie con disabili. Si tratta di spazi di civiltà e di solidarietà che è giusto tutelare”.
Il Forum delle famiglie si unisce quindi alle proteste della Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap, che già nei giorni scorsi, per bocca del presidente Pietro Barbieri, aveva dichiarato: “Si continua ad ignorare incredibilmente il lavoro di cura. ISTAT certifica che due terzi delle persone con gravi disabilità (70,1%) non fruisce di alcun supporto domiciliare pubblico, valore che sale all’83,2% nella fascia di età 11-64 anni. Secondo il Parlamento chi si prende cura di quelle persone? Anziché incentivare flessibilità lavorativa, sostegno alle famiglie, risposte a lavoratori che per decenni si dividono fra lavoro e assistenza, si erodono continuamente anche quei pochi benefici raccolti in questi anni”.
Attualmente i permessi e congedi secondo legge 104 sono utili per maturare il diritto alla pensioni, ma non nel conteggio della penalizzazione per chi si ritira dalla scena lavorativa in anticipo rispetto alle disposizioni in vigore: conta solo l’anzianità che deriva esclusivamente da prestazione effettiva di lavoro, includendo i periodi di astensione obbligatoria per maternità, per l’assolvimento degli obblighi di leva, per infortunio, per malattia e di cassa integrazione guadagni ordinaria. L’emendamento che correggeva la questione era stato approvato in Commissione Affari sociali, ma bocciato in Commissione Bilancio alla Camera, per mancanza di copertura finanziaria. “La Commissione Bilancio, anziché preoccuparsi di calcolare e reperire il fabbisogno – che è minimo – per offrire una garanzia e un segnale, si è limitata ragionieristicamente a bocciare un emendamento positivo, aveva commentato Barbieri -. Ci appelliamo con forza all’Aula, dove ora il provvedimento torna, e al Governo perché questa assurdità ed ingiustizia venga rimossa”. Un appello che l’Aula di Montecitorio ha ora ascoltato, ma solamente in parte, visto che proprio i congedi sulla 104, a differenza degli altri, continuano a non essere considerati.

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