l paesaggio abruzzese è estremamente suggestivo: una bellezza fatta di contrasti, brezza marina e vette imbiancate. Un panorama che viene apprezzato ancora di più durante una passeggiata in motocicletta.
Partenza pranzo al sacco da Roseto degli Abruzzi in direzione di Pianura Vomano e Val Vomano, fin sopra l’altopiano di Campo Imperatore. Da qui in alto ci si sente padroni di questa terra, nulla sfugge al controllo dello sguardo: il Corno Grande, quello Piccolo, il mare Adriatico all’orizzonte e… una fila sterminata di pale eoliche a fare da cornice a questo quadro.
Da quassù, gli impianti che dovrebbero garantire energia pulita si trasformano in un esercito di ciclopi metallici che, con i loro lunghi tentacoli immobili, deturpano il paesaggio e rovinano un dipinto che rasenta la perfezione.
A questo punto una domanda scontata mi frulla in testa: sul territorio abruzzese si possono impiantare pale eoliche ovunque?
Secondo le linee guida del settore eolico, consultabili sul sito della Regione, sono diverse le aree dell’Abruzzo in cui vige il divieto di impiantare i giganti di ferro in questione: alcune zone dei parchi nazionali e regionali, tutte le Riserve Naturali e le Oasi di Protezione, alcune macro aree di salvaguardia dell’Orso Bruno Marsicano e altri spazi considerati protetti.
Nonostante questa lunga serie di divieti però, da un documento scaricabile sempre dal portale della Regione scopriamo che già nel 2006 l’Abruzzo era la sesta regione d’Italia in ordine di potenza eolica installata, grazie a un valore di 148.32 MW. Come se non bastasse, la Regione occupa anche il settimo posto nella classifica nazionale in termini di potenza specifica, con circa 14 KW/kmq di territorio.
Sembra quasi impossibile che in un territorio come quello abruzzese, dove qualsiasi progetto industriale si scontra con impedimenti normativi e proteste della popolazione locale, ci si sia “arresi” alla lenta e inesorabile proliferazione di quei pali enormi conficcati tra terra e cielo.
E’ importante investire in forme energetiche alternative, purché se ne faccia un uso ragionevole e compatibile con la conformazione del territorio. Inoltre, considero davvero inquietante che la colonizzazione selvaggia dell’Abruzzo da parte di impianti eolici abbia trovato un silente consenso di ambientalisti ed ecologisti che, di solito, si scagliano ciecamente contro qualsiasi forma di sviluppo industriale sostenibile.
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