Salsa di pomodoro? L’ Italia importa dalla Cina bidoni che contengono solo e unicamente triplo concentrato di pomodoro. Le importazioni sono cresciute in modo esponenziale; importiamo dalla Cina, 85 milioni di chili di prodotto ogni anno, elemento poco conosciuto però è che importiamo concentrato di pomodoro anche da California, Grecia e altri paesi. La differenza è che il concentrato di pomodoro cinese viene acquistato e rilavorato da una decina di aziende conserviere italiane nel periodo invernale, per produrre tubetti e vasetti destinati anche ai paesi africani. Parte viene utilizzato da alcune aziende europee come ingrediente nelle bottiglie di ketchup, nei sughi pronti e in altri prodotti dove il pomodoro risulta un ingrediente minore. Per lo più si tratta di concentrato di pomodoro, che viene in Italia “allungato”, tanto da raddoppiare di consistenza, poi inscatolato ed esportato nuovamente. La legge obbliga i “riciclatori” di pomodoro cinese a rendere chiaro sulla confezione esclusivamente il luogo in cui il prodotto viene inscatolato, non quello in cui cresce il pomodoro. Ed ecco che in giro per il mondo ci sono persone che decantano la bontà del pomodoro italiano, la sua evidente superiorità dovuta all’essere maturato sotto il sole che bacia la nostra penisola, mentre in realtà mangiano pomodoro cinese. Se il pomodoro fosse solo straniero non ci sarebbe nulla di male. Il fatto è che si tratta di un Paese, la Cina, nel quale le leggi che limitano l’uso di pesticidi sono quasi inesistenti. La coldiretti denuncia inoltre che il pomodoro che importiamo proverrebbe dai cosiddetto “Laogai”, ovvero le aziende agricole lager nelle quali vengono impiegati ai lavori forzati i reclusi. La regione dello Xinijang, è famosa per i campi di lavoro dove vengono spediti i condannati cinesi, si parla dai 3 ai 5 milioni di lavoratori reclusi là. Questi campi di lavoro sono almeno mille secondo alcune stime, anche se molti preferiscono negare queste realtà per ovvi motivi commerciali, la questione è ben chiara a molte associazioni umanitarie, un rapporto importante viene anche dalla Laogai Research Fondation Italia Onlus che spiega come le risorse naturali, vengano amministrate dal Governo Cinese, tramite la Bingtuan una società a conduzione militare che nel 2009 ha creato lo Zhongji Tomato corporation, ottenendo l’esclusiva sulla fornitura di pomodori coltivati per 130 chilometri quadrati di campi, appartenenti alle prigioni di Fangcaohu e Xinhu, il raccolto viene lì lavorato anche con macchinari italiani. Le importazioni arrivarono a Salerno attraverso una ditta di export di nome Tianjin Charlton che è sempre controllata dagli stessi gruppi. A livello Europeo, non abbiamo leggi che vietano le importazioni di prodotti coltivati o confezionati in campi di lavoro forzato come invece accade per Canada e Stati Uniti. Ufficialmente la Cine non ammette le esportazioni dei Laogai. Secondo quanto osservato dagli addetti ai lavori, ogni giorno nei porti italiani sbarcano 1500 fusti da 200 chili di triplo concentrato di pomodoro proveniente dalla Cina, tanto che 2010 l’aumento di prodotto è stato del 274%, rispetto all’ annata precedente. Molti industriali negano questa realtà, dicendo che sulle nostre tavole arriva 100% prodotto italiano, e che la produzione interna basta al fabbisogno nazionale, ma allora tutte quelle importazioni dove vanno a finire, ed il marchio è Made in Italy?(fcu)
Salsa di pomodoro,”cibo criminale” ?
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