Con la crisi si taglia anche sugli acquisti del pane che nel 2013 scendono al minimo storico con ben il 42 per cento degli italiani che ha ridotto le quantità acquistate. E’ quanto emerge da una analisi Coldiretti/Ixe’ dalla quale si evidenzia che a cambiare è anche la frequenza degli acquisti che in media è di 4,6 volte alla settimana, con però solo il 37 per cento degli italiani che si reca tutti i giorni dal fornaio per assicurarsi il pane artigianale mentre il 16 per cento vi si reca una volta ogni due giorni, il 22 per cento due volte alla settimana e l’11 per cento appena una volta alla settimana.Il risultato è che per la prima volta nella storia degli italiani – sottolinea la Coldiretti – sono stati servito a tavola nel 2013 circa a 98 grammi per persona al giorno, con il consumo del bene alimentare piu’ prezioso che è sceso con circa una fettina a testa a pranzo ed una a cena (due fette sono 100 grammi), al minimo storico dall’Unità d’ItaliaAnche se a pesare sono gli tili alimentari, particolarmente sensibile è stato il calo degli acquisti negli ultimi anni di crisi economica con un crollo in rispetto ai 145 grammi a persona del 2007. Il trend discendente – precisa la Coldiretti – viene pero’ da lontano: nel 1980 si aggira intorno agli 230 grammi a testa al giorno, nel 1990 si scende a 197 grammi, nel 2000 si arriva a 180 grammi, nel 2010 si attesta a 120 grammi e nel 2012 crolla a 106 grammi.Complessivamente la spesa familiare per pane, grissini e cracker in Italia ammonta a quasi 8 miliardi all’anno. Le famiglie italiane – precisa la Coldiretti – hanno speso in media 30,15 euro al mese per acquistare il pane, grissini e cracker che è pari ad appena il 6,4 per cento della spesa alimentare familiare risultata di circa 468 euro al mese. Negli anni della crisi il contenimento delle quantità acquistate dalle famiglie si è riflesso sulla spesa che nel 2007 era pari a 31,72 euro a famiglia al mese.Piu’ di quattro italiani su dieci (42 per cento) nel 2013 hanno mangiato il pane avanzato dal giorno prima, sulla base dell’indagine Coldiretti/IXE’, dalla quale si evidenzia peraltro che appena una minoranza del 2 per cento butta il pane superfluo. Diverse sono le tecniche utilizzate per evitare quello che una volta veniva considerato un vero sacrilegio, con il 44 per cento degli italiani che lo surgela, il 43 per cento lo grattugia il 22 per cento lo dà da mangiare agli animali mentre nel 5 per cento delle famiglie il pane non avanza mai. Sono ben il 24 per cento gli italiani che – conclude la Coldiretti – utilizzano il pane raffermo per la preparazione di particolari ricette che vengono spesso dalla tradizione contadina.( fcu)
Crisi: si taglia anche sugli acquisti del pane
Con la crisi si taglia anche sugli acquisti del pane che nel 2013 scendono al minimo storico con ben il 42 per cento degli italiani che ha ridotto le quantità acquistate. E’ quanto emerge da una analisi Coldiretti/Ixe’ dalla quale si evidenzia che a cambiare è anche la frequenza degli acquisti che in media è […]
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