Sciolte undici Comunità montane abruzzesi, il presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi, ha firmato i decreti. Ora dovranno essere nominati i commissari liquidatori, che una volta in carica avranno sessanta giorni di tempo per predisporre il programma di liquidazione.
Sottolineando che ”i risparmi per la Regione sono pari a circa cinque milioni di euro l’anno” e che in base alla norma ”ai commissari non spetterà alcun compenso”, l’assessore regionale agli Enti locali, Carlo Masci, spiega che è previsto ”un processo per cui il personale potrà essere ricollocato nei Comuni, nelle Unioni dei Comuni e, come ultima ipotesi, in Regione, con incentivi per gli enti che assorbiranno i lavoratori e disincentivi per chi, invece, non acquisirà i dipendenti delle ex Comunità e magari assumerà altri soggetti”.
Polemico il Pd regionale, che ha richiesto un incontro urgente al presidente e ai componenti del direttivo dell’Anci. ”Le nuove disposizioni approvate dal centrodestra – affermano i consiglieri regionali Giovanni D’Amico, Claudio Ruffini e Giuseppe Di Pangrazio – giungono senza che la Regione abbia definito un disegno di coesione istituzionale orientato alla costituzione delle Unioni dei Comuni. Non si sa chi dovrà gestire e con quali risorse le funzioni delle Comunità montane”.
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