Non ha retto alle mareggiate che hanno flagellato la costa e, dopo trecento anni, è sparito tra le onde uno dei simboli dell’Abruzzo: il trabocco della Mucchiòla, a Ortona, uno dei più antichi tra i caratteristici impianti da pesca che costellano il litorale. Solo due pali di legno, ormai, affiorano dall’acqua. Era l’ultimo rimasto a Ortona, da una decina che ne esistevano originariamente. Danneggiato, invece, il trabocco di Punta Turchino a San Vito Chietino, di cui Gabriele D’Annunzio parlò nel “Trionfo della Morte”. Tipico esempio di costruzione per la pesca, situato in località Portelle in corrispondenza di una piccola sporgenza della costa denominata promontorio di Capo Turchino. Interamente realizzato su palificate in legno senza fondazioni ma fissata in equilibrio, a volte con strallo di cavi e con fissaggio di pali alla roccia, si articola in un percorso su tavole di legno (molte delle quali ormai assenti) che da riva porta al casotto di pesca e alla piattaforma dalla quale, attraverso un complesso sistema di tiranti e bilancieri, era possibile immergere e ritirare le reti da pesca. Si conserva non più integro a causa della deteriorabilità dei materiali che lo compongono.
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