Secondo le previsioni dell’associazione Neodemos del demografo Massimo Livi Bacci, nel 2050, la percentuale di over 80 sarà del 14% e 4 italiani su 10 avranno più di 60 anni. Sono E se nel 1980 si era già definiti ‘anziani’ all’età di 65 anni, nel 2010 il limite si è spostato a 71 anni e nel 2050 potrebbe crescere a 75.
Secondo i dati rielaborati da Neodemos, l’incidenza della spesa per la salute in rapporto al prodotto lordo (PIL) è cresciuta notevolmente nei vari paesi, anche se negli ultimi anni di crisi la crescita ha rallentato il suo ritmo e in alcuni casi lo ha invertito. Nei paesi sviluppati aderenti all’Ocse, tale incidenza è cresciuta dal 7,8 al 9,3% tra il 2000 e il 2011; negli Stati Uniti (dove l’incidenza è massima) si spende per la salute il 17,7% del PIL, 4 punti percentuali in più del 2000. In Italia, l’incidenza è pari al 9,2% (1,3 punti in più rispetto al 2000), uguale a quella del Regno Unito e della Spagna, mentre in Francia e in Germania è di circa 2 punti più alta. L’Italia ha livelli di sopravvivenza – sintetizzabili con la speranza di vita alla nascita – tra i più alti al mondo: nel 2011, 85 anni per le donne e 80 per gli uomini, livelli migliori rispetto all’insieme dell’Unione Europea (83 e 77 anni), agli Stati Uniti (81 e 76 anni), alla Russia (76 e 64 anni), fanalino di coda in Europa. Il Giappone mantiene ancora un lieve vantaggio rispetto ai grandi paesi più longevi (Italia, Francia e Spagna). All’età di 65 anni, donne e uomini italiani hanno ancora una speranza di vita vicina a 23 anni per le prime, e a 19 anni tra i secondi, contro 21 e 18 anni per la UE.
Di tutti questi dati si parlerà domani in un incontro all’Auditorium Stensen di Firenze organizzato da Neodemos nel quale interverranno, tra gli altri, il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi e il demografo Massimo Livi Bacci.
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