Lo stress sul lavoro colpisce un lavoratore su quattro e ha un costo annuo in Europa pari a 25 mld di euro. Il dato è elaborato in uno studio del Consiglio Nazionale dell’Ordine Psicologi, secondo cui si rendono dunque necessarie ”politiche di prevenzione di alta qualità”.
Lo stress ‘da lavoro’, affermano gli psicologi, colpisce, nei 28 Stati membri dell’Unione, quasi un lavoratore su quattro. Più della metà delle giornate lavorative perse è dovuta a stress. Per sette lavoratori italiani su dieci le cause più comuni di stress sono legate alla riorganizzazione o al carico di lavoro e alle ore di attività. Oltre sei lavoratori italiani su dieci indicano inoltre fra le cause di stress anche la mancanza di sostegno da parte dei colleghi o superiori e comportamenti inaccettabili come il bullismo e le molestie, o legano lo stress a ruoli e responsabilità poco chiare. Al contrario, solo quattro lavoratori italiani su dieci ritengono che i fenomeni di stress siano rari, mentre uno su venti nega addirittura si verifichino.
La legislazione italiana ”è all’avanguardia nel campo della prevenzione dei rischi compreso lo stress lavoro correlato, ma le misure aziendali di prevenzione possono tuttavia essere molto migliorate. Adottando il giusto approccio – spiega Giuseppe Luigi Palma, presidente del Consiglio Nazionale degli Psicologi
– i lavoratori e le aziende possono vincere la battaglia contro
lo stress che, quando legato all’attività lavorativa, è prevenibile”. Su queste problematiche, il Consiglio Nazionale degli Psicologi ha recentemente condotto uno specifico studio, ora raccolto nel volume ‘Rischio stress lavoro correlato. Le competenze dello psicologo nella valutazione e gestione’ (Liguori, 2013).
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Ogni singola mattina. Il tempo di svegliarsi, alzarsi e cominciava. Ricordo di aver provato una sensazione simile quando ero ragazzino, ai tempi delle superiori. In occasione di qualche compito in classe o interrogazione, dalle prime ore del mattino avevo un’ansia inspiegabile, quasi paralizzante.
E ora succede esattamente la stessa cosa, non appena mi ricordo che devo andare al lavoro. Solo che a scuola era ogni tanto, ora è 5 giorni su 7. E ora sono anche un uomo adulto, quindi si presuppone che dovrei saper gestire un po’ meglio queste cose. Invece per nulla: molto lavoro, tutti i giorni, ed ovviamente ero quello preso di mira dal capo. Nemmeno sognarsi un aiuto dai colleghi: anche se leggevo un filo di compassione e solidarietà, il pensiero dominante era “meglio a lui che a me”.
Grazie alla crisi, nessuno di noi si può permettere di perdere questo lavoro.
Ho dovuto cercare altre soluzioni, visto che licenziarmi non mi pareva una grande idea nel mio caso. Non avevo voglia di partire con qualcosa di troppo invasivo, allora ho comprato un videocorso su Aspeera.it (questo, per la precisione: Raccolta video a tema: supera ansia e stress). Ci ho trovato dentro un sacco di suggerimenti interessanti per gestire un po’ meglio quell’ansia mattutina. No, i miglioramenti ci sono stati, ma sono ancora quello preso di mira dal capo, questo non posso dirvi che sia cambiato. Ma almeno quando torno a casa ho trovato il modo per staccare veramente la spina da questa situazione, e quando ci devo rientrare non l’affronto più con terrore e angoscia. Faccio quello che devo fare come reputo giusto farlo, senza quei condizionamenti che pensavo esterni, ed invece ho scoperto partivano proprio da me.