Quella di Gary Pickering, un carrozziere di Salt Lake City nello Utah, è un’idea di successo: costruire piccole “case” trasportabili per i senza tetto. Più che di case, in effetti, bisogna parlare di capsule: due metri di lunghezza per uno di larghezza e uno di altezza; 150 dollari di materiali per costruirle. Ma la loro utilità nel proteggere dai freddissimi inverni della regione (temperature anche di –15°) e da ogni sorta di intemperie è innegabile. In più, avendo le ruote, non possono essere sequestrate dalla polizia… Se ne parla in un articolo di Damiano Beltrami pubblicato nel numero 176/2013 del mensile Scarp de’ tenis.
L’idea delle survival-pods, così si chiamano queste micro strutture, nasce da una traumatica esperienza di vita. Lo stesso Gary infatti, dopo un matrimonio fallito, si è trovato senza casa. Dormendo nella sua autofficina ha conosciuto il freddo e gli homeless che cercavano di ripararsi alla meglio vicino alla sua serranda. Ha cominciato ha pensare ad un modo per aiutarli. Un giorno ha visto un senza tetto spingere un carrello sormontato da teli e vestiti…
Gary ha creato un blog dedicato alle micro case (www.dignityrollerpod.blogspot.it) E la risposta è stata molto positiva, superando i confini nazionali. Domande di assistenza sono arrivate da tutto il mondo. Sarebbe un business di successo ma il carrozziere dello Utah non vuole approfittarne: “Per me questo non è un modo per fare soldi – dice a Scarp de’ tenis. – Vorrei solo ispirare altri a provare queste mini-case, e vedere se possono portare avanti l’idea, migliorando la vita di tante persone.”
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