Sovraffollamento carcerario: Grasso, soluzione non piu’ rinviabile

“Dopo la sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo dello scorso 8 gennaio, la situazione di sovraffollamento carcerario che da anni contraddistingue la rete penitenziaria italiana e’ diventata una condizione giuridicamente, oltre che eticamente, non piu’ rinviabile”. Lo ha detto il presidente del Senato, Pietro Grasso, intervenendo al convegno ‘La clemenza necessaria. Amnistia indulto e […]

carcere“Dopo la sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo dello scorso 8 gennaio, la situazione di sovraffollamento carcerario che da anni contraddistingue la rete penitenziaria italiana e’ diventata una condizione giuridicamente, oltre che eticamente, non piu’ rinviabile”. Lo ha detto il presidente del Senato, Pietro Grasso, intervenendo al convegno ‘La clemenza necessaria. Amnistia indulto e riforma della giustizia’, in corso a palazzo Giustiniani.
“Entro il 28 maggio 2014- ha aggiunto-, l’Italia dovra’ conformarsi alla sentenza, adottando rimedi strutturali capaci di ridurre la popolazione carceraria e di prevenirne, pro futuro, la crescita. Le conseguenze, in caso di mancata ottemperanza, sarebbero gravi. Dopo la sentenza Torreggiani, la Corte di Strasburgo ha ricevuto circa 2.500 ricorsi da detenuti italiani che denunciano le condizioni cui sono sottoposti a causa del sovraffollamento. Altri 730 ricorsi su analoghe questioni sono ad oggi all’esame della Corte”.
“La ricerca di una soluzione strutturale al problema e’ oggi una necessita’ per il nostro Paese- ha proseguito Grasso- negli ultimi anni, i nostri penitenziari hanno registrato una prima riduzione della popolazione carceraria, passata dai circa 69.000 detenuti del 2010 ai 64.564 attuali. E’ un primo risultato cui hanno contribuito diverse misure, dalla depenalizzazione dei reati minori alla promozione di misure alternative al carcere, dalla limitazione nel ricorso alla custodia cautelare all’estensione del lavoro esterno”.
“Dobbiamo poi affrontare il tema della custodia cautelare: se quasi la meta’ dei detenuti e’ ‘in attesa di giudizio’ e’ perche’ i processi da noi arrivano a durare 10, 12 anni. Il tema dei tempi della giustizia e’ basilare anche per dare certezza all’esecuzione della pena. In questo io ho spesso proposto di bloccare il decorso della prescrizione nel momento in cui inizia il processo, e altre piccole riforme in questo senso tra cui l’improcedibilita’ per tenuita’ del fatto”, ha detto il presidente del Senato.
Amnistia e indulto “sono provvedimenti di clemenza, concessi dallo Stato ai soggetti condannati per determinate tipologie di reati, rispetto ai quali la Costituzione prevede specifiche garanzie; mi riferisco non solo all’approvazione con legge, ma anche ai quorum elevati richiesti per le relative deliberazioni”. E spiega che “non vi e’ dubbio che il Parlamento italiano sia sovrano rispetto a queste decisioni che per il loro rilievo istituzionale e il loro impatto sulla tutela dei diritti umani devono sfuggire alle logiche maggioritarie che accompagnano l’ordinario procedimento legislativo”.

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