Confermata la condanna a 8 anni di reclusione dalla Corte d’Appello dell’Aquila a Francesco Tuccia, il giovane campano, ex militare all’epoca dei fatti di stanza a L’Aquila, accusato dello stupro ai danni di una studentessa universitaria laziale. I fatti avvennero tra l’11 e il 12 febbraio 2011 all’esterno di una discoteca di Pizzoli (L’Aquila).
L’avvocato Enrico Gallinaro, difensore di fiducia della studentessa dopo la lettura della sentenza, ha detto: “Il collegio ha ritenuto che sussiste l’aggravante delle sevizie e della crudelta’, ha rimodulato la pena mantenendo pero’ alla fine la stessa condanna, cioe’ riformulando un nuovo capo. Per noi e’ importante perche’ era questo comunque quello che noi volevamo, che venisse riconosciuta la gravita’ del fatto e questa decisione riconosce sicuramente quanto il fatto e’ stato grave. Noi eravamo soddisfatti – ha concluso il legale – in primo grado, lo siamo di piu’ ora perche’ oggi possiamo dire che sei giudici si sono espressi ed hanno ritenuto che il fatto purtroppo e’ stato veramente grave. Spero che la ragazza possa trovare un po’ di serenita’ da oggi in poi”.
Per l’avvocato Simona Giannangeli, in rappresentanza del Centro antiviolenza delle donne dell’Aquila, parte civile al processo per lo stupro “non e’ mai stata una questione di anni di carcere, e’ una questione di rendere giustizia ad una vicenda gravissima che una giovane donna e’ stata costretta a vivere” .
“Noi volevamo che si celebrasse un processo con tutte le garanzia di legge – ha aggiunto la Giannangeli – anche per la persona offesa dal reato ed il senso della nostra presenza era ed e’ questo, assicurare che i diritti, l’incolumita’ psichica, fisica e il rispetto di questa giovane donna fossero garantiti fino alla fine perche’ i processi per stupro, per lesioni e maltrattamenti, le donne non sono mai rispettate e subiscono in realta’ un processo il piu’ delle volte sommario”.
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