Il movimento dei Forconi ha proseguito la protesta attuando blocchi stradali, irruzioni in negozi e aziende, volantinaggi in diverse città italiane in vista delle possibili manifestazioni a Roma, domani, in occasione del voto di fiducia al Governo. Appoggiati dall’inedita coppia Grillo-Berlusconi che, con modalità e toni diversi, hanno cavalcato il malcontento.
Il ministro dell’Interno Angelino Alfano ha detto:”Non consentiremo a nessuno che le città vengano messe a fuoco”.
Sale la preoccupazione che la protesta possa degenerare è reale e, dunque, non va sottovalutato alcun segnale. Nei giorni scorsi, d’altronde, i servizi avevano segnalato i rischi che la mobilitazione nascondeva, soprattutto perché andava ad intercettare diverse anime di un malcontento diffuso che, seppur prive al momento di una ‘guida’, potrebbero essere strumentalizzate e utilizzate da qualcuno che decida di cavalcare la protesta.
“La linea – ha detto Alfano – è quella del rispetto della legge e della democrazia: significa che le forze dell’ordine sono lì per dare supporto a chi protesta pacificamente e nel rispetto della legge”. Perché non è pensabile bloccare l’intero tessuto produttivo del paese mettendo a ferro e fuoco le città e perché sono “inaccettabili” le minacce subite dai commercianti “per chiudere le attività”. Nel corso dell’incontro, secondo quanto si apprende, il ministro avrebbe anche chiesto ai vertici delle forze di polizia rassicurazioni sulla ‘tenuta’ degli uomini in divisa: perché al Viminale nessuno dubita che i poliziotti che si sono tolti il casco ieri in piazza a Torino abbiano eseguito un ordine ma tutti sanno che la base è in fibrillazione per via dei tagli alle risorse e degli stipendi bloccati. Rassicurazioni ampiamente ottenute visto che al termine il ministro ha sottolineato che in quella decisione non c’è nulla di particolare: “E’ sempre accaduto che vi fosse una relazione con i manifestanti pacifici e ciò non è da confondere con altri tipi di strumentalizzazioni che si è tentato di mettere in campo in queste ore. Gli uomini in divisa proteggono le istituzioni e la legalità e le istituzioni non si toccano”.
Linea dura dunque, perchè non aiutano le parole degli organizzatori della protesta, che non sembrano avere alcuna intenzione di abbassare i toni. “Se domani sarà votata la fiducia al governo Letta e i politici non resteranno a casa – dice uno dei leader, Danilo Calvani – ci organizzeremo in questi giorni per indire la prossima settimana una manifestazione a Roma che porti milioni di persone. Sarà un assedio pacifico e concorderemo il percorso con le forze dell’ordine, ma siamo disposti a restare fin quando i politici non andranno via”. Sulla stessa linea Mariano Ferro: “Non è il momento di andare a Roma. Bisogna vivere qualche altro giorno di passione e far salire l’adrenalina agli italiani”.
Quel che è certo è che anche oggi si sono registrati diversi disagi, anche se non ci sono stati gli scontri di ieri. E ancora una volta Torino e il Piemonte sono stati l’epicentro della protesta, con blocchi, cortei e presidi. A Torino una bomba carta è esplosa nei pressi della stazione di porta Nuova e una persona è stata fermata. Manifestazioni anche a Milano, dove è stato occupato piazzale Loreto, mentre in Lombardia, come in Liguria e Veneto, si sono registrati disagi su strade, autostrade e stazioni ferroviarie. Problemi anche sulla A3 Salerno-Reggio Calabria all’altezza dello svincolo di Battipaglia e in Puglia, dove i manifestanti hanno fatto irruzione in diversi centri commerciali del barese e bloccato la zona industriale di Barletta. Pochi disagi invece a Roma, che però si blinda in vista delle possibili proteste di domani e dei prossimi giorni: Palazzo Chigi, Montecitorio, Palazzo Madama sono già sorvegliate da blindati e decine di uomini in tenuta antisommossa
[…] Articolo originale […]