Tredici Destination management company (Dmc), una Product management company (Pmc), 4500 operatori coinvolti e 3824 soci diretti: sono i numeri del futuro del turismo abruzzese che questa mattina sono stati presentati a Pescara dal presidente della Regione, Gianni Chiodi, e dall’assessore al Turismo, Mauro Di Dalmazio. L’appuntamento di oggi apre una nuova stagione del turismo abruzzese, fatto di aggregazioni, reti d’impresa e coinvolgimento di tutti i territori regionali: in una parola “SistemAbruzzo”, un sistema in grado di elevare il turismo a fattore produttivo essenziale nella scala di Pil regionale.
“SistemAbruzzo” – ha sottolineato l’assessore Mauro Di Dalmazio – segna dunque la fine dell’era dei finanziamenti a pioggia senza progetti e apre le porte ad una stagione del turismo regionale fatto di obiettivi e progetti comuni dei singoli territori, di nuove visioni sistematiche e trasversali, che aggreghino, sviluppino, promuovano e commercializzino uniformemente le diverse destinazioni esistenti nel territorio. Per entrare nel mercato della globalizzazione turistica – ha aggiunto Di Dalmazio – questa era l’unica strada percorribile e i territori, gli operatori di settore e le imprese hanno fatto un lavoro straordinario se è vero che l’Abruzzo è l’unica regione in Italia ad aver aggregato tra Dmc e Pmc oltre 4000 aziende. È la risposta che ci aspettavamo dopo due anni di duro lavoro sul territorio, ma soprattutto è la conferma di un salto culturale nella promozione del turismo e del territorio che ci permetterà di essere competitivi”
Di “modello imprenditoriale vincente in grado di far decollare l’offerta turistica abruzzese sul mercato nazionale e internazionale”, ha parlato il presidente della Regione Gianni Chiodi.
Il presidente della Regione non ha mancato di porre l’accento anche sulla capacità di “mettersi in gioco” da parte della classe imprenditoriale di “questa regione”. “E’ quello che abbiamo chiesto all’inizio della nostra esperienza, ed ora raccogliamo i frutti di questa nuova impostazione culturale che è destinata a cambiare veramente l’Abruzzo. Il salto culturale – ha proseguito Chiodi – sta nel fatto che si abbandona la logica della frammentazione, dell’assistenzialismo e del clientelismo e si entra invece nella logica di ‘fare sistema’ per un obiettivo comune. In questo senso, il pubblico riprende il suo ruolo di regolatore e il privato diventa motore per attuare le strategie e le programmazioni con una responsabilità condivisa. Questa è la nostra idea di gestione della ‘cosa pubblica’, con un pubblico chiamato a facilitare questi percorsi e non ad elargire per fare clientele” ha concluso Chiodi.
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