Si è concluso oggi il “Mese di lotta e di solidarietà” per il diritto alla Casa e alla ricostruzione della Edilizia Residenziale Pubblica: gli Inquilini abruzzesi hanno effettuato 30 giorni di digiuno a rotazione e adesso aspettano che il Consiglio regionale, in regime di proroga delle sue funzioni di ordinaria amministrazione, approvi una “Legge ad hoc” su una materia che presenta il carattere della massima urgenza e necessità
In caso contrario il Mia Casa d’Abruzzo presenterà presso l’Ufficio di Presidenza per la loro vidimazione i moduli contenenti una “Proposta di Legge di iniziativa Popolare” e darà così avvio alla procedura prevista dallo Statuto per la raccolta delle 5.000 firme minime necessarie affinchè la proposta possa essere discussa dal nuovo Consiglio regionale che verrà eletto con le prossime elezioni.
L’attuale Consiglio regionale, che in 4 anni, 8 mesi ed 8 giorni dal terremoto, non ha avuto il tempo e la “volontà politica” di elaborare, discutere e approvare almeno una “Legge o un Atto di indirizzo” per sostenere, accompagnare e controllare la ricostruzione di un prezioso patrimonio abitativo pubblico, che è di proprietà della stessa Regione Abruzzo, degli Assegnatari e dei Comuni del cratere.
Ciò nonostante, è ancora possibile in una delle prossime sedute del Consiglio regionale “riparare” ad un grave danno fino ad ora arrecato al patrimonio abitativo pubblico e alle famiglie ancora sfollate. Poichè, come è noto, l’Art. 86 dello Statuto, in merito alla amministrazione straordinaria della Regione, stabilisce che, nel caso di scadenza della Legislatura, le funzioni del Consiglio regionale sono prorogate sino al completamento delle operazioni di proclamazione degli eletti nelle nuove elezioni limitatamente agli interventi che presentano il carattere della urgenza e necessità.
Le competenze del Consiglio regionale sono “precise e specifiche”, poiché a decorrere dal 16 settembre 2012, la ricostruzione e ogni intervento necessario per favorire e garantire il ritorno alle normali condizioni di vita nelle aree colpite dal sisma del 6 aprile 2009 sono stati gestiti non più centralmente come nella fase commissariale e di emergenza, ma ripartiti alla Regione e agli Enti Locali sulla base delle competenze previste dagli articoli 114 e seguenti della Costituzione, in maniera da assicurare prioritariamente il “completo rientro a casa” degli aventi diritto.
Il Mia Casa d’Abruzzo denuncia che per gli ingiustificabili ritardi nella ricostruzione e, addirittura, per la “non ricostruzione pesante” degli alloggi pubblici dell’ATER classificati E, “gravissima” è la responsabilità del Presidente Gianni Chiodi, poiché, l’Art. 4, Comma 2 del Disegno di Legge 28 aprile 2009, n. 39, in merito alla Ricostruzione e funzionalità degli edifici pubblici, stabiliva, e stabilisce ancora oggi, che “Alla realizzazione degli interventi provvede il Presidente della Regione Abruzzo in qualità di Commissario delegato avvalendosi del competente Provveditorato Interregionale alle Opere Pubbliche”.
Così come è “gravissima” la responsabilità del Sindaco Massimo Cialente per la “non riparazione e ricostruzione” della Edilizia Residenziale Pubblica di proprietà del Comune dell’Aquila, proprio nella allora qualità di Vice-Commissario delegato e che, per la unitarietà del finanziamento di complessivi 150 milioni di euro assegnato con Ordinanza della Presidenza del Consiglio dei Ministri n. 3803 del 15 agosto 2009, allo stesso modo del Commissario Chiodi si sarebbe dovuto avvalere quale “soggetto attuatore” del medesimo Provveditorato alla Opere Pubbliche.
Sul perchè una norma di legge non sia stata attuata da coloro che ne avevano la competenza, e se in ciò si possano ravvisare ipotesi di reato è di danno erariale, sarà compito della Magistratura Ordinaria e della Corte dei Conti accertare nei tempi e nei modi previsti dalle leggi vigenti.
Pio Rapagnà
Lascia un commento