Il Comitato per le celebrazioni del 70° anniversario della Resistenza, della Liberazione e dell’Autonomia della Valle d’Aosta, istituito con la legge regionale 18 novembre 2013, n. 16, ricorda che oggi, giovedì 19 dicembre 2013, ricorre il 70esimo anniversario della Dichiarazione di Chivasso, documento di alto valore politico nella storia dell’Autonomia della Valle d’Aosta e di quel processo culturale di affrancamento dell’Europa dai nazionalismi e dai centralismi.
Il 19 dicembre 1943, a Chivasso, s’incontrarono clandestinamente nella casa del geometra Edgardo Pons, i valdostani Emile Chanoux ed Ernest Page e i valdesi Osvaldo Coïsson, Gustavo Malan, Giorgio Peyronel e Mario Rollier. Nel corso dell’intera giornata, furono esaminati e discussi, sulla base di testi precedentemente elaborati, tra cui quello inviato dallo storico valdostano Federico Chabod, i punti di un manifesto programmatico per il futuro assetto politico delle valli piemontesi e della Valle d’Aosta, che garantisse alle popolazioni alpine il riconoscimento delle loro esigenze economiche e culturali, nel quadro dell’Italia democratica per la quale si stava combattendo.
La discussione si concluse con l’estensione e la sottoscrizione, da parte dei presenti, della Dichiarazione dei rappresentanti delle popolazioni alpine, nota anche come Carta di Chivasso, che ricalcava quasi completamente, nella sua struttura, l’articolazione e i contenuti del documento di Emile Chanoux.
Tutti legati alla Resistenza, gli estensori della Carta erano fermamente convinti che, insieme al fascismo, la responsabilità dell’oppressione politica, della rovina economica e della distruzione della cultura locale dei popoli delle vallate fosse da addebitare alla concezione centralizzatrice dello Stato. Pertanto, nella Dichiarazione, si ribadiva che solo una soluzione statuale d’ispirazione federalista, autonomista e repubblicana avrebbe potuto garantire alle popolazioni alpine bilingui la vitalità economica e soprattutto il rispetto della loro personalità culturale, che risiede nella libertà di lingua e di culto. Il regime federale repubblicano a base regionale cantonale proposto dai rappresentanti delle popolazioni alpine fu concepito come la soluzione della questione delle piccole nazionalità, e al tempo stesso come un antidoto al ritorno della dittatura e degli irredentismi, col conseguente avvento “di una pace stabile e duratura” nel nuovo assetto europeo.
La Carta di Chivasso fu un manifesto politico volto ad additare, contro il conformismo dei nazionalismi europei, una nuova politica comune fondata sull’equilibrio e l’integrazione dei diversi Stati. Chanoux rielaborerà questa Dichiarazione nel saggio Federalismo e autonomie (pubblicato postumo nell’autunno del 1944 nei “Quaderni dell’Italia libera” del Partito d’Azione), esponendo le ragioni di un’autonomia per le comunità alpine che prevede l’equilibrio tra le funzioni degli organismi sociali minori e quelli dello stato, premessa per la soluzione di “velenosi conflitti di frontiere tra i diversi stati”.
Questo disegno innovativo non troverà concretizzazione nel dopoguerra, quando gli Stati europei e l’Italia stessa ripiegarono sul modello di Stato nazionale, ma la componente autonomistica presente nella Carta di Chivasso sarà comunque alla base della costruzione dell’ Autonomia regionale della Valle d’Aosta, il cui Statuto (1948) è legge costituzionale dello stato italiano repubblicano democratico sorto dopo la fine del regime fascista e della monarchia.
Le parole con cui gli estensori della Dichiarazione espressero nel 1943 la loro passione politica e il senso di urgenza nel trovare delle risposte percorribili per i problemi di allora sono ancora attuali per i principi che le ispirarono e per riflettere sulla costruzione, che non è mai conclusa, di quel senso di responsabilità comune che sta alla base dell’idea stessa di autonomia.
Per ricordare e tramandare la “Memoria” degli eventi e dei protagonisti della Resistenza, della Liberazione e dell’Autonomia Valdostana, il testo della Dichiarazione di Chivasso è da oggi pubblicato nella sezione “Il senso della Memoria” del sito internet dell’Amministrazione regionale nella versione redatta da Gustavo Malan, conservata dall’Istituto storico della Resistenza e della società contemporanea in Valle d’Aosta.
Il Comitato per le celebrazioni del 70° anniversario della Resistenza, della Liberazione e dell’Autonomia della Valle d’Aosta, riunitosi per la prima volta nel mese di novembre per esaminare le prime iniziative proposte, si ritroverà periodicamente per concordare azioni ed eventi che perseguano lo scopo prefissato. Presieduto dal Presidente della Regione della Valle d’Aosta, Augusto Rollandin, esso è composto dal Presidente del Consiglio regionale Emily Rini, dall’Assessore all’istruzione e cultura Joël Farcoz, dal Presidente dell’Istituto storico della Resistenza e della società contemporanea in Valle d’Aosta Cesare Dujany, dal Consigliere regionale Raimondo Donzel in rappresentanza della minoranza consiliare, dal Sindaco di Perloz Gian Carlo Stevenin in rappresentanza degli enti locali, da Marino Guglielminotti-Gaiet in rappresentanza delle associazioni, e dai presidenti della I Commissione consiliare, Ego Perron, e della V Commissione consiliare Claudio Restano.
Autonomie, la carta di Chivasso celebra i 70 anni
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