Quando in casa c’è una disabilità, Natale spesso vuol dire solitudine. E trascorrere il Natale da soli, con i problemi di ogni giorno, è molto triste: è questa la “dura realtà” da cui ha preso spunto, lo scorso anno, un gruppo di famiglie con disabilità, che hanno dato vita a “Il nostro Natale”. Un modo diverso di trascorrere la sera del 24 dicembre, riunendosi a gruppi, in diverse città, in una casa o in un locale, per condividere la festa. Ideatrice dell’iniziativa, che quest’anno si ripeterà, è Maria Simona Bellini, mamma di una ragazza con una grave patologia rara e animatrice di diversi gruppi di famiglie su Facebook.
“L’idea ci è venuta lo scorso anno, scambiandoci gli auguri: ci siamo resi conto che molti di noi sarebbero stati soli la sera di Natale. Spesso infatti le famiglie prossimali al nucleo latitano di fronte alle nostre situazioni: abbiamo ragazzi che fanno i bisogni a tavola, o che sbavano in modo consistente, o semplicemente che non riescono a stare seduti… Sono situazioni che per noi fanno parte della vita, ma che i nostri parenti non riescono ad associare alla festa. Accade così che, soprattutto in queste occasioni, il nucleo familiare si riduca all’osso. Per questo, abbiamo pensato di riunirci, di trascorrere insieme la vigilia di Natale”. Lo scorso anno, erano una ventina le persone che hanno risposto all’appello, riunendosi in un locale completamente accessibile. “E’ stata una serata molto bella per tutti noi e per i nostri ragazzi: uscire allo scoperto, portare i nostri figli dove è giusto che siano, cioè dappertutto”.
Quest’anno, l’organizzazione è ripartita, coinvolgendo ancor più famiglie: “Finora sono circa 30 le adesioni a Roma, ma anche in altre città alcune famiglie si stanno organizzando, seppur in formato più ridotto, come lo scorso anno. Soprattutto al Nord, in verità, perché al Sud c’è un maggior senso della famiglia in tutte le situazioni, anche le più difficili: il problema della solitudine, quindi, in quelle regioni è meno sentito”. Il locale sarà lo stesso dello scorso anno, completamente accessibile. Saremo per lo più famiglie, con figli dai 10 anni in su. Ma ci sono anche disabili adulti che verranno da soli E si unirà anche un ragazzo sieropositivo, che nel nostro gruppo è riuscito a trovare l’accoglienza che non trovava altrove. Qualcuno ci ha accusato di autoghettizzarci: ma l’alternativa sarebbe la solitudine imposta, che fa male a noi e ai nostri ragazzi”.
Per chi invece il Natale lo passerà in famiglia, “abbiamo pensato ad altri due appuntamenti, che stanno ricevendo molte adesioni: la tombolata del 26 dicembre, probabilmente in un centro anziani, e ‘il nostro Capodanno’: questo lo festeggeremo in diverse case, divisi in piccoli gruppi. Due occasioni in più per stare insieme, per festeggiare come tutti, senza doverci preoccupare dei problemi e dei bisogni dei nostri ragazzi, sicuri che saranno compresi e condivisi da chi sarà accanto a noi in quel momento”. (cl-RS)
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