Verrà inaugurata Giovedì 26 Dicembre presso Palazzo Firmian, splendida e storica sede del Centro Arte Contemporanea Cavalese, l’esposizione di Annamaria Gelmi e Anneliese Pichler, protagoniste trentine dell’arte contemporanea. L’esposizione chiude e fa da corollario all’annuale rassegna organizzata dal Centro d’Arte Contemporanea quest’anno dedicata a “L’immagine terrestre” iniziata con la precedente esposizione che ha presentato i due artisti Gotthard Bonell e Lois Anvidalfarei. Una rassegna dedicata al racconto della grandiosa avventura terrena dell’uomo che la produzione artistica può evocare, declinato dalla sensibilità di diversi artisti e dal loro particolare linguaggio espressivo.
La mostra, a cura di Elio Vanzo, esplora le immagini “del terrestre”, quindi del profondo, tramite gli sguardi femminili di due artiste, l’una con il linguaggio della scultura, l’altra con quello della pittura. Un contatto privilegiato il loro, in quanto donne e in quanto artiste, con l’intuitivo e profondo universo tellurico, nel quale l’impronta della presenza umana si fa più interiorizzata e rarefatta, connaturata quasi all’uso che le artiste fanno delle materie ”terrestri”.
Per la scultura di Annamaria Gelmi verranno presentate al pubblico oltre venti opere di grandi dimensioni, due delle quali, Giardino e Passaggio, verranno collocate per tutta la durata della mostra nel contesto urbano di Cavalese come richiamo all’evento sostanziale che si svolgerà all’interno delle sale museali.
Per la parte pittorica Anneliese Pichler presenterà circa trenta tele a tecnica mista di grande formato.
Annamaria Gelmi, scultrice formatasi all’Accademia di Brera e all’ Accademia di Venezia, ha esposto al MART – Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto e alla Biennale di Venezia, a New York e in Nepal oltre che in occasione dell’inaugurazione del MUSE – Museo delle Scienze di Trento. Tra i critici che hanno scritto di lei si annoverano Gabriella Belli e Danilo Eccher. E’ un’artista che lavora principalmente con il peso e la geometria dei metalli, con lastre di ferro e profilati di acciaio, modificandone i connotati tecnologici in una tensione verso la leggerezza che racchiude tuttavia l’origine squisitamente terrestre del manufatto e della materia. Il suo progetto per questa mostra è lucido, armonico e apparentemente privo di tormento creativo. Alla base del suo lavoro troviamo forme precise, nette e quasi assolute che assumono un aspetto fortemente simbolico: Tulipani, labirinti, torri, croci, sedie con connotati maschile/femminile, percorsi, forme ieratiche ed evocative che senza accenti drammatici si addentrano sottilmente nella questione umana.
Anneliese Pichler, pittrice con formazione artistica a Milano ed in Austria, vive tra Nassereith (Austria) e Cavalese, dove sta trasformando in atelier e casa d’Arte per esposizioni permanenti la casa paterna. Espone in Germania e ad Innsbruck e nel 2013 riceve una segnalazione per il premio Icona all’ArtVerona Fiera d’Arte. L’artista padroneggia un linguaggio sospeso tra astrazione e figurazione con una tavolozza molto ricca ma sommessa e quasi priva di acuti. La sua rassegna è ricca di misteriose ma intuitive associazioni sul senso di appartenenza delle cose e degli istinti ad un mondo sotterraneo e primordiale. Quella di Anneliese Pichler è una pittura che quando sembra gestuale e simile ad un istintivo flusso di coscienza nasconde invece sicurezza ed equilibrio, i suoi soggetti sono figure, paesaggi o nature morte, pensieri che paiono manifestarsi sbrigliarsi l’uno dall’altro, ma che rivelano l’interiorità e la ricchezza di una profondità riportata alla luce.
Tendenza all’assoluto nel taglio delle forme geometriche e nella consistenza dei metalli nella scultrice e un confondersi di forme e colori che finisce per affermare un’indeterminata certezza, progettualità e flusso di coscienza, poetiche quasi antitetiche che confluiscono però nella manifestazione dell’amore per la propria materia che per entrambe narra la grandiosa avventura terrena dell’uomo.
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