Perché la città non si ricostruisce? La risposta è che la città non si ricostruisce perché combatte ogni giorno contro un vento sfavorevole, un vento ben peggiore di quel terremoto che è durato ventitrè secondi e poi si è fermato. Un vento sfavorevole di corruzione e ambiguità che ci accompagna da più di quattro anni.
Dagli accordi pre-elettorali, in cui si promettevano poltrone in cambio di voti, agli scandali e agli arresti di oggi. Con cadenza martellante sono emerse sempre più ombre sul “modus operandi” di questa amministrazione.
Senza entrare nel merito delle ultime vicende, non possiamo nascondere l’amarezza di vedere, nei Tg nazionali, l’immagine di una città sporcata, di una sporcizia che è più solida delle macerie.
Perfino in una città anestetizzata come L’Aquila inizia a montare un diffuso senso di indignazione che difficilmente si stempererà nei prossimi giorni.
Chiediamo al sindaco un gesto doveroso, invitandolo a rassegnare le proprie dimissioni e a sfruttare la prossima finestra elettorale di maggio per un vero e proprio election day in modo che, senza aggravio di costi, i cittadini possano nuovamente esprimersi e valutare se si riconoscono ancora in questo modo di amministrare o se, invece, hanno voglia di cambiamento.
Non possiamo continuare così, anche perché si ha la sensazione che tutto questo sia solo l’inizio.
I Consiglieri comunali
Raffaele Daniele (Udc)
Daniele Ferella (Tutti per L’Aquila)
Emanuele Imprudente (L’Aquila Città Aperta)
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