Crisi: cresce ricorso a maghi e cartomanti

Nei primi sei mesi del 2013 il fatturato presunto di maghi, cartomanti e simili ha raggiunto gli 8,3 miliardi. In crescita netta rispetto a solo pochi anni fa. Un fenomeno che potrebbe essere collegato alla crisi economica. Ma che va oltre, se è vero – come è vero – che anche i tedeschi dimostrano una […]

Cartomanzia-a-basso-costo-899507755-oppure-al-0695540576-MilanoNei primi sei mesi del 2013 il fatturato presunto di maghi, cartomanti e simili ha raggiunto gli 8,3 miliardi. In crescita netta rispetto a solo pochi anni fa. Un fenomeno che potrebbe essere collegato alla crisi economica. Ma che va oltre, se è vero – come è vero – che anche i tedeschi dimostrano una certa passione per l’occulto.
Un’analisi del rapporto tra difficoltà economiche degli italiani e ricorso a consulenze paranormali è stata fatta da Mario Centorrino, ordinario di Politica economica all’Università di Messina ed ex consulente esterno del ministero dell’Interno sui rapporti tra economia e criminalità organizzata, su lavoce.info.
I numeri. Attraverso una ricognizione veloce di alcuni materiali e studi, Centorrino formula delle osservazioni interessanti. Innanzitutto va detto che neiprimi sei mesi del 2013, il fatturato (presunto) dell’occulto (inteso come il settore nel quale lavorano maghi, cartomanti, fattucchieri, cui vanno aggiunti spiritisti, sensitivi, rabdomanti) è aumentato del 18,5 per cento, passando da 7,5 miliardi a 8,3 miliardi.

Un numero considerevole di operatori dell’occulto – 160 mila – fornisce 30 mila prestazioni giornaliere a quei 4 italiani su 10 che confidano nelle previsioni di chiaroveggenti, spendendo per una “consulenza” un importo variabile tra 50 e mille euro. Le donne li interrogano per conoscere il futuro in relazione alla vita affettiva, sentimentale e alla salute. Gli uomini concentrano la loro domanda su lavoro e denaro.

Preoccupa il lavoro. “L’emergere del lavoro come argomento sul quale ottenere conferma o smentita di aspettative è ribadito da un’altra ricerca sul tema, quella condotta dal Comitato italiano per il controllo delle affermazioni sul paranormale (Cicap)”, afferma Centorrino. Al cartomante o mago si chiedono previsioni sul lavoro, cercando di esorcizzare così l’incubo di perderlo o di non trovarlo per sé ma anche per i figli. Poi, a seguire, le domande cercano rassicurazioni su affari in corso, salute, amore perso o trovato. Non solo: “Si intensificano i contatti tra i maghi e gli indovini e i professionisti della finanza, i top manager e gli imprenditori, finalizzati a conoscere sviluppi e tempi della crisi”.

Uno studio del Codacons, inoltre, stima che siano 13 milioni i cittadini che si rivolgono al mondo dell’occulto, un milione in più rispetto al 2011 e oltre 3 milioni in più rispetto al 2001.
Fatturato totalmente in nero, stimato in questa ricerca, in 6,3 miliardi di euro, sulla base di una spesa media pari a 500 euro.
Le modalità di pagamento delle prestazioni esoteriche variano molto: ora sono effettuate anche in natura (generi alimentari, gioielli); oppure ricorrendo a prestiti, con relativa rateizzazione del saldo, concessi a volte da organizzazioni specializzate in operazioni di usura.
Qualche anno addietro si era cimentato sui calcoli dell’economia dell’occulto anche l’Osservatorio antropologico: per il 2009 ne stimava il fatturato in 5 milioni di euro, con un’evasione pari al 95 per cento. “La differenza tra i numeri di cinque anni fa e quelli attuali potrebbe essere un’ulteriore dimostrazione del rapporto tra crisi e ricavi dell’occulto, un’attività che ha costi di produzione minimi”, rileva l’analisi. I clienti si concentrerebbero soprattutto nel Nord (42%) e al Centro (27%).
Crisi, ma non solo. “Non sempre l’espansione dell’occulto richiede una crisi dell’economia, come ci insegna del resto la storia degli astrologi di corte nell’opulenta età rinascimentale”, sottolinea tuttavia Centorrino. E l’obiezione nasce dall’osservazione del “caso Germania”. Infatti, se i dati sembrano confermare una relazione tra crisi ed economia dell’occulto, è dal paese germanico – che non ha risentito come altri degli effetti della crisi – che arrivano i numeri che scompaginano la tesi. Infatti, nel 2002 il giro di affari legato all’occulto veniva stimato nella Repubblica federale tedesca in 9 milioni di euro. Dieci anni dopo era più che raddoppiato (20 miliardi) e una proiezione al 2020 indica una cifra pari a 35 miliardi. “Tutto da rifare – si chiede l’autore dell’analisi -? Chi vorrà esercitarsi sull’economia dell’occulto dovrà ben delimitare il suo campo di studio. Nell’ultima ricerca citata, per esempio, vi si fanno rientrare anche terapie alternative, pratiche e dottrine spirituali, antroposofia e teosofia”. Insomma, i tedeschi sono alla ricerca di qualcosa di più. (daiac)

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