In uno dei passaggi emblematici dell’informativa degli inquirenti riguardante l’inchiesta della Procura di Pescara su presunti indebiti rimborsi per viaggi istituzionali della Regione Abruzzo “il quadro emerso e’ un campionario di omissioni e raggiri tendente a lucrare ad ogni favorevole occasione in ogni ambito e per qualsiasi cifra. Questo malcostume e’ ormai assurto a normalita’ avendo interessato quasi interamente i componenti dell’intero arco politico rappresentato in consiglio regionale”.
L’inchiesta conta tra gli indagati il presidente della Giunta regionale Gianni Chiodi, il presidente del Consiglio regionale, Nazario Pagano, e altre 23 persone, tra assessori e consiglieri regionali.
Al presidente Chiodi vengono contestati in totale 24 mila euro. Per quanto riguarda il viaggio a Washington di fine ottobre 2009, il biglietto di 2.872 euro in classe business che, secondo l’accusa, sarebbe stato pagato con la carta di credito istituzionale, risulterebbe intestato alla moglie del governatore Chiodi. Quello pagato con bonifico dopo alcuni mesi dalla data del viaggio risulterebbe invece a nome di Chiodi. Ieri il governatore abruzzese in una conferenza stampa ha spiegato di essere stato lui a pagare il biglietto della moglie e non la Regione e ha mostrato l’ordine di bonifico indirizzato all’agenzia di viaggi. Per quanto riguarda l’assessore regionale Angelo Di Paolo non avrebbe mai rendicontato le spese delle carta di credito che ammontano a 3 mila euro. Relativamente al vice presidente della Regione Alfredo Castiglione, l’attenzione della procura pescarese e’ rivolta anche su una missione a Mirabello ( Ferrara) nel mese di settembre 2010 . In quell’occasione Castiglione avrebbe partecipato alla festa di An e avrebbe speso per un pranzo 142 euro e, sempre secondo l’accusa, avrebbe corretto a penna la ricevuta scrivendo il numero 1, relativo al numero dei coperti, al posto del numero 2. Sempre a Mirabello il vice presidente della Regione avrebbe consumato altri pasti con piu’ persone per un totale di 200 euro. L’attenzione degli investigatori e’ rivolta anche su una consumazione, per la somma di 100 euro, a Cernobbio (Como), dell’assessore Mauro Di Dalmazio. Per questo episodio non sarebbe stata esibita la ricevuta fiscale. Dalle indagini risulterebbe che la somma pagata sarebbe relativo alla consumazione di quattro Campari Orange e due bottiglie di vino. Al vaglio della procura anche le missioni dell’assessore regionale Mauro Febbo. Le richieste di rimborso risulterebbero quasi tutte prive di motivazioni. Tra gli episodi contestati figurano quattro notti al Maxim di Verona, in compagnia della moglie, nel mese di aprile 2009, per un totale di 782 euro. I reati contestati, a vario titolo, sono truffa, peculato e falso ideologico. I titolari dell’inchiesta sono i sostituti procuratori Giampiero Di Florio e Giuseppe Bellelli. Le indagini, condotte dai carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale di Pescara, sono iniziate un anno e mezzo fa e riguardano il periodo compreso tra il gennaio 2009 e dicembre 2012.
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