La procura dell’Aquila ha aperto un’inchiesta sul furto di una croce e della reliquia del sangue di Giovanni Paolo II, avvenuto nel piccolo santuario di montagna, di San Pietro della Ienca, alle falde del Gran Sasso, vicino a L’Aquila.
I carabinieri del Comando provinciale dell’Aquila, intanto, stanno battendo tutte le piste non tralasciano, ovviamente, l’ipotesi del furto su commissione ma anche la pista satanica. Il giorno del furto, infatti, coincide nel calendario satanico con l’inizio del dominio del demone Volac, evocato dal 25 al 29 gennaio per preparare il capodanno di Satana che si celebra il primo febbraio. La reliquia (un pezzettino di stoffa intrisa di sangue, dopo l’attentato subito dal Pontefice in piazza San Pietro nel 1980) fu donata circa tre anni fa dall’ex segretario particolare di Giovanni Paolo II, il cardinale Stanislaw Dzuwisz per testimoniare la presenza spirituale di Wojtyla in uno dei suoi luoghi prediletti, dove si era fermato speso a meditare, e riposare e ammirare lo spettacolare paesaggio del Gran Sasso che tanto gli ricordava quello delle sue montagne.
Sconcerto di tutti i fedeli e Mons. D’Ercole, recatosi al santuario insieme ai carabinieri per un sopralluogo, ha lanciato un appello per la restituzione degli oggetti sacri.
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L’Aquila, furto reliquia papa Wojtyla. Appello di Mons. D’Ercole
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