“Dalle recenti inchieste giudiziarie sul presidente della Regione Chiodi, sembra emergere un perverso intreccio tra sfera pubblica e privata. Non intendo entrare nel merito delle vicende personali.
Mi interessa, tuttavia, comprendere i motivi, mai chiariti, per cui Chiodi ha deciso di destinare i fondi per i centri antiviolenza alla Consigliera di Parità e alla Caritas. Due scelte rivelatesi inopportune e illegittime, di cui il Presidente non ha mai dato una spiegazione sensata”.
Lo dichiara la senatrice Stefania Pezzopane, alla luce delle recenti notizie, comparse anche sulla stampa nazionale.
“Sono anni che denuncio la gravità e la scelleratezza di alcune scelte – spiega la senatrice Pezzopane- Sui fondi per i centri antiviolenza, i fondi ex Carfagna, ci fu un’Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri, firmata da Silvio Berlusconi e ispirata evidentemente da Gianni Chiodi, a cui ha fatto seguito un decreto dello stesso Commissario per la ricostruzione, che assegnava i tre milioni per i centri antiviolenza, in parte alle Caritas d’Abruzzo e in parte alla Consigliera di Parità, senza che nessuno dei due fossero o potessero essere soggetti attuatori. Una scelta gravissima, su cui ho chiesto più volte chiarimenti e spiegazioni. Senza avere mai risposte. Sull’argomento sono state presentate ben due interrogazioni parlamentari, una a firma di Giovanni Lolli e Paola Concia, nella precedente Legislatura, una a firma mia in questa Legislatura.
Ho scritto più volte all’ex ministro Carfagna e all’ex ministro Fornero per sollevare la questione della illegittimità e per sollecitare il trasferimento dei fondi ad un ente che potesse svolgere il ruolo di soggetto attuatore. Ho preso contatti con i capi di gabinetto dei vari ministri che si sono avvicendati in questi anni.
Inoltre- ricorda la senatrice- c’è stata una sentenza della Corte dei Conti, che da una parte ha bocciato la scelta del Commissario Chiodi di assegnare i fondi alle Caritas abruzzesi, con la motivazione che si sarebbero attribuiti soldi pubblici a enti privati, dall’altra ha fatto decadere l’intero decreto del Commissario Chiodi, dunque anche l’assegnazione dei fondi alla Consigliera di Parità, che non ne poteva più disporre.
Da quella sentenza sono trascorsi altri due anni, ma il Presidente della Regione non ha rivisto le sue scelte, anzi è andato avanti con pervicacia ed ostinazione, ostacolando così la possibilità di realizzare il centro antiviolenza.
Il mese scorso è passato al Senato un mio emendamento che ha destinato i fondi alla Provincia dell’Aquila, in collaborazione con il Comune, con cui possiamo recuperare il tempo perso.
Tuttavia, il danno nei confronti delle tante donne che si sono mobilitate per il centro antiviolenza è grave e sarebbe ancora più pesante se dietro ai ritardi e alle inadempienze per realizzare una struttura destinata alle donne e alle politiche di genere, ci fossero retroscena piccanti, che nulla hanno a che fare con le scelte politiche”.
Foto: Manuel Romano
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