“Non uno sguardo al passato né un evento campanilistico, ma un’opportunità per rinnovare l’impegno a raggiungere i giovani, restare in contatto con loro e accompagnarli nelle loro sfide, in un momento di crisi antropologica che non ha paragoni con il passato”. Spiega così Pascual Chávez, rettore maggiore dei Salesiani, il senso delle celebrazioni per i duecento anni dalla nascita di Don Bosco (1815-2015), che si apriranno ufficialmente il 16 agosto prossimo. L’evento è stato presentato oggi a Roma, nella sede della stampa estera alla presenza di monsignor Mario Toso, segretario del Pontificio consiglio della Giustizia e della pace, di Madre Yvonne Reungoat, madre generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice e don Roberto Gottardo, presidente della Commissione della diocesi per la sindone. Tra le iniziative legate al bicentenario infatti, a Torino, città simbolo di Don Bosco, ci sarà l’ostensione della Sindone per 45 giorni (tra il tempo pasquale e la chiusura del Bicentenario), ad appena 5 anni dall’ultima. Un evento straordinario dedicato al santo, a cui è stato invitato a partecipare anche Papa Francesco. Il pontefice ha accolto l’invito ma una data certa ancora non c’è.
Il tema al centro delle celebrazioni è “la missione di Don Bosco con i giovani e per i giovani” che andrà declinata attraverso le grandi sfide che oggi vedono coinvolti i ragazzi – spiega ancora Chàvez- assistiamo a una crescente mancanza di fiducia nei giovani, che si accompagna alla mancanza di futuro e alla distanza tra loro e il mondo degli adulti. A tutto questo dobbiamo rispondere come fece don Bosco, rendendoli cioè protagonisti del loro futuro”. Secondo il rettore dei Salesiani per ripartire bisogna iniziare dall’educazione e dalla formazione scolastica e professionale. Una missione che fu al centro dell’operato di don Bosco e del suo famoso metodo educativo preventivo.
Seguendo il suo esempio “la Congregazione e la famiglia salesiana sono oggi la chiesa in uscita da sé – aggiunge monsignor Toso – perché continuano ad andare verso le periferie fisiche e umane della società e dei giovani”. Toso ha ricordato in particolare il dramma delle droghe e della sua prevenzione al centro da sempre dell’opera dei salesiani. “Alcuni politici oggi chiedono la liberalizzazione – sottolinea – senza tener conto dei gravi danni che anche le droghe leggere possono fare. Bisognerebbe invece cercare di prevenire il fenomeno”. Per madre Reungoat, superiora delle Figlie di Maria ausiliatrice (ordine fondato anch’esso da don Bosco) il Bicentenario rappresenta “una nuova chiamata ad impegnarsi nella missione educativa per i giovani nei 94 paesi dove la congregazione è presenti con diversi progetti.
Il bicentenario della nascita di don Giovanni Bosco sarà celebrato a livello internazionale. In Italia le celebrazioni inizieranno ufficialmente il 16 agosto a Colle Don Bosco, nella città natale del santo. Il 28 settembre si terrà la spedizione missionaria e la consegna dei crocefissi a Torino mentre tra novembre e gennaio sono previsti un congresso internazionale e una Giornata della spiritualità salesiana a Roma. Dal 1 maggio al 31 ottobre la congregazione salesiana parteciperà, inoltre, con 30 eventi all’Expo di Milano. Mentre dall’11 al 16 agosto 2015 si terrà a Torino e a Colle don Bosco la Giornata mondiale Don Bosco 2015.
Bicentenario di Don Bosco, papa Francesco alle celebrazioni
“Non uno sguardo al passato né un evento campanilistico, ma un’opportunità per rinnovare l’impegno a raggiungere i giovani, restare in contatto con loro e accompagnarli nelle loro sfide, in un momento di crisi antropologica che non ha paragoni con il passato”. Spiega così Pascual Chávez, rettore maggiore dei Salesiani, il senso delle celebrazioni per i […]
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