Poetico ed elegiaco, con una curatissima fotografia, a tratti così bella da sembrare eccessiva, “I cavalieri della laguna” , docu-film che l’Autore (regia, fotografia, montaggio) Walter Bincini ha presentato in anteprima mondiale al Festival di Berlino 2014, racconta la vicenda umana e per molti versi ecologica dei pescatori di Orbetello, raccontando, attraverso le storie dei protagonisti , l’avanguardia di un nuovo modo di pescare e di una nuova filosofia di produzione del cibo e, in fondo, anche di vita.
Una vicenda in cui si fondono Il moderno e l’antico, la tradizione e la tecnologia, l’uomo, e la natura, il duro lavoro, il sacrificio, la soddisfazione e la cooperazione fra famiglie.
Nota per la sua bottarga Orbetello sorge nel mezzo dell’omonima laguna ed è unita al Monte Argentario da una strada costruita su un terrapieno artificiale (la diga), che ha diviso la stessa in due specchi d’acqua:”Laguna di Levante” e “di Ponente”, entrambi meta di numerose specie di avifauna ed appartenenti ad una oasi naturalistica tutelata dal Wwf.
Abitata fin dall’antichità (ancora visibili sono parti delle mura difensive etrusche), Orbetello conobbe un periodo di particolare importanza durante la dominazione spagnola, quando fu creato (1557) lo Stato dei Presidi e furono edificati il palazzo del Governatore, il Duomo e le chiese di Santa Maria delle Grazie, San Francesco e San Giuseppe.
Il docu-film di Mencini, è stato presentato a Berlino ieri 13 febbraio, nella sezione “Culinary Cinema”, è è uno splendido esempio di come sia possibile promuovere all’estero, il territorio, le sue tradizioni, lo stile di vita e le produzioni di qualità attraverso lo strumento audiovisivo.
Prodotto da Insekt Multimedia è un viaggio umano e poetico sulla vita e il lavoro della Cooperativa dei pescatori di Orbetello, per scoprire, attraverso le storie dei protagonisti, un’economia che nasce dalla pesca, basata su sistemi tradizionali e una filosofia di produzione del cibo attenta alla qualità e all’equità sociale.
Le necessità che hanno spinto questa comunità a reinventarsi imprenditori di se stessi, grazie alla capacità tramandata dai loro padri e dai loro nonni, la logica delle realtà piccole, in un’economia globale basata su grandi numeri e bilanci astronomici, può sembrare anacronistica, eppure è l’unica via percorribile, ci dice Bencini e lo fa non ispirazione e profonda poesia.
Fra i suoi molti documentari per la Rai e Mediaset Walter Bencini, lucchese di nascita ed orbetellese d’adozione, è autore, fra l’altro del documentario “L’uomo che dipinse il cinema” (2007), dedicato alla vita e al lavoro di Silvano Campeggi , per tutti “Nano, l’uomo che insieme a pochi altri impaginò per trent’anni l’infinito fotoromanzo di cartelloni cinematografici che tappezzavano l’italia del dopoguerra, autore del bacio di Via col vento e dei cavalli bianchi di Ben Hur, che nel docu-fiilm srotola bozzetti e ricordi, locandine ed emozioni personali.
Passando al Berlinare 2014, da capogiro i numeri del festival che è iniziato il 6 e si concluderà il 16 di questo mese: 400 i film in programma, oltre 60 sale sparse in tutta la città, cinque sezioni principali, più tre speciali: “Competition”, la più importante, con film in gara per l’Orso d’Oro e l’Orso d’Argento; “Panorama”, che presenta le novità delle produzioni indipendenti e Art-house; “Forum”, specializzato in pellicole e documentari che riflettono attualità politiche e sociali da tutto il mondo; “Generation” dedicata a bambini e ragazzi. “Retrospective”, una rassegna che dedica spazio ai classici del passato; tre sezioni speciali: “NATIVe”, un viaggio nel cosiddetto cinema indigeno; “Berlinale Goes Kietz”, proiezioni vari nelle sale di vari quartieri della città con la collaborazione degli stessi registi e attori; e, appunto “Culinary Cinema”, dedicata al food e alla produzione alimentare in generale.
Ancora il Festival è un crocevia per 19.000 professionisti dell’industria cinematografica provenienti da tutto il mondo ed è seguito da oltre 4.000 tra critici e giornalisti. Altri elementi importanti sono l’European Film Market mercato per le maggiori case di produzione e distribuzione e recentemente il Talent Campus, un’iniziativa del Festival rivolta ai giovani cineasti e registi emergenti, che continua ad attirare nuovi talenti a Berlino.
Carlo Di Stanislao
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