Matteo Renzi, nel corso del discorso sulla fiducia al Senato, ha detto: “L’Italia vuole diventare il luogo delle opportunita’. Noi abbiamo una sola occasione, e’ questa. Se perderemo questa sfida la colpa sara’ soltanto mia. Non cercheremo alibi. Deve finire il tempo per cui ogni volta che si va in un palazzo del potere poi ci sono degli alibi”.
“E’ finito il tempo delle lamentale. Ora e’ il momento del cambiamento radicale, immediato e puntuale. Oggi e’ il tempo del coraggio che non esclude nessuno e non lascia alibi a nessuno”, dice Renzi.
“Comprendiamo che la legge elettorale sia impostata sulla base di un sistema a una sola Camera. Ma l’italicum e’ pronto per essere discusso alla Camera. E lo consideriamo non solo una priorita’, ma una prima parziale risposta all’esigenza di evitare che la politica perda ulteriormente la faccia”.
Entro il mese di marzo nuove regole nel mercato del lavoro. Lo annuncia Matteo Renzi, nel discorso sulla fiducia al Senato: “Interverremo attraverso delle regole normative anche profondamente innovative per incidere nella capacita’ di attrarre investimenti in questo Paese, che negli ultimi anni purtroppo, in virtu’ della crisi, e’ profondamente diminuita”.
Matteo Renzi farà il punto della situazione sull’edilizia scolastica “e scriverà ai sindaci”. Lo ha detto Matteo Renzi nel suo intervento al Senato per la fiducia. Il premier, che ha anche annunciato di volersi recare “ogni settimana” nelle scuole, a partire “da Treviso”, ha parlato di intervento da fare, in materia di edilizia scolastica, “in modo puntuale e concreto” e che bisogna farlo “dal 15 giugno a 15 settembre”. Di fronte alla crisi economica “non puoi non partire dalle scuole”: nelle prossime settimane “vedrete risultati concreti”.
Matteo Renzi promette nell’aula del Senato “la restituzione totale, non parziale, dei crediti che le imprese vantano nei confronti della Pubblica amministrazione“.
“Voglio dire ai miei senatori: non dimentichiamoci che svolgiamo una funzione sociale” nei confronti dei colleghi del M5s, in questo momento “in difficoltà con la base: non è facile stare in un partito dove c’è il capo che vi dice io non sono democratico”. Matteo Renzi prende di mira i senatori pentastellati e il suo intervento a palazzo Madama si trasmorfma in una sfida continua ai rappresentanti del M5s. “Vogliamogli bene- invita i senatori del Pd- anche se loro non ce ne vogliamo”.
Solo un breve passaggio nel discorso di Matteo Renzi per ricordare i risultati del precedente governo. “Il cambio nel governo non puo’ in alcun modo oscurare il governo precedente, fatemi fare un pensiero particolare al presidente del consiglio uscente Enrico Letta”.
“Sui diritti lo sforzo da fare e’ di ascoltarsi e trovare un compromesso anche quando non mi soddisfa del tutto”. Cosi’ il premier Matteo Renzi, parlando in aula al Senato. “L’identita’ e’ la base dell’integrazione, un Paese che non si integra non ha futuro. A fronte di un dibattito che ha visto i diritti oggetto di scontro, facendone una bandierina in campagna elettorale senza poi fare nulla, con questo governo spero di trovare dei punti di sintesi ideali. Ad esempio- propone- per permettere alla bimba nata dove e’ nata la sua compagna di banco, dopo un ciclo scolastico, di diventare italiana”.
“C’è bisogno di una svolta reale” sul tema del dissesto idrogeologico. Renzi parla degli investimenti “veri e profondi che si possono fare contro il dissesto idrogeologico, in un Paese in cui abbiamo dei soldi bloccati e fermi, anche per responsabilità delle pubbliche amministrazioni, che gridano vendetta”. Un’emergenza che si afferma “non soltanto per quello che stiamo vivendo in queste ore nel modenese o nell’area di Olbia”, dice Renzi, “ma anche per come in questi anni abbiamo dovuto vivere con il fiatone certe emergenze che potevano essere affrontate in modo molto più semplice”. E Renzi chiede quindi “perché abbiamo ancora soldi fermi sulle casse di laminazione e di espansione quando il mondo che sta cambiando rende così semplice intervenire in questa direzione?”. Ma “davvero”, si chiede Renzi, “ancora non sappiamo in alcune realtà del Paese chi ha il potere di intervento sugli argini, tra le Province, le Regioni, le Autorità d’ambito. Davvero pensiamo che questi siano temi di serie B di cui non parlare perché dobbiamo parlare solo fra di noi, delle nostre realtà quotidiane?”. Insomma, conclude, “come facciamo a non prendere atto che anche su questo tema c’è bisogno di una svolta reale?”
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