C’era anche l’Abruzzo ieri alla Camera dei Deputati, con Fabrizia Arduini del WWF Abruzzo, che ha portato a casa un primo esito positivo sulla risoluzione contro l’estrazione del petrolio.
Singolare il confronto tra le posizioni di Ermete Realacci e quelle del Presidente Confindustria Giorgio Squinzi: il primo sembra orientato a proteggere prima le esigenze industriali del Paese e solo dopo quelle ambientali, come se le due non fossero la medesima faccia dello sviluppo economico, il secondo vede nello sviluppo dell’industria dell’efficienza energetica il vero volano per lo sviluppo con un incremento della produzione industriale di 65 miliardi di euro all’anno e dell’occupazione di 500mila unità.
Comunque, la sostanza delle cose è stata in generale favorevolissima in quanto da tutti gli interventi auditi è emerso:
– sostanziale parere favorevole rispetto alla risoluzione, pur chiarendone la parzialità
– necessità di una profonda revisione dell’intera materia
– ridiscussione della SEN, cioè della strategia energetica nazionale
L’On. Ermete Realacci pur condividendo nella sostanza considerazioni ed esigenze prospettate nell’intervento dell’On. Bianchi, prima firmataria della risoluzione, sottolinea la necessità di non compromettere, nella ricerca di una più stringente disciplina delle attività di ricerca e coltivazione di idrocarburi off shore, le esigenze industriali del paese, lasciando di fatto sottintendere un implicito criterio gerarchico che subordina la tutela ambientale a ratio economiche ed inerenti la competitività delle produzioni.
Presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, “il pilastro portante della green economy in Italia è individuabile nell’industria dell’efficienza energetica. Lo sviluppo di una politica stabile e di lungo periodo sull’efficienza è un importantissimo volano per attivare la domanda interna e cogliere le opportunità di crescita …. ogni euro di investimento pubblico nel settore dell’efficienza ne produce oltre 4 di beneficio collettivo. Abbiamo realizzato uno studio sull’impatto economico dell’efficienza energetica: oggi ci sono 250mila imprese coinvolte nella domanda per investimenti per l’efficienza. Nel periodo 2014-2020 con l’adozione delle proposte suggerite dal nostro studio si potrebbe avere un incremento della produzione industriale di 65 miliardi di euro all’anno e un aumento dell’occupazione di circa 500mila unità”
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