Duemila provvedimenti di sfratto in soli sei mesi; dei quali soltanto 60 avvenuti per terminata locazione o per problemi dei padroni di casa. Se i dati provvisori diffusi ieri dal Ministero dell’Interno dovessero rivelarsi esatti, anche quest’anno la città di Torino potrebbe restare tra le città con il più alto numero di provvedimenti di sfratto per morosità incolpevole. La relazione – tuttora incompleta, con una serie di dati ancora non pervenuti – fa riferimento ai primi sei mesi del 2013 e restituisce un quadro desolante un po’ in tutto il paese.
In Piemonte, ad esempio, dal gennaio al giugno del 2013 sono stati emessi 3700 provvedimenti di sfratto, a fronte dei 6300 dell’intero 2012: vale a dire che, se il trend dovesse mantenersi costante, alla fine dell’anno il numero sarà in netta crescita. In tutta la regione, poi, gli sfratti per terminata locazione sono stato solo 70, una percentuale irrisoria rispetto al totale: segno inequivocabile che la crisi economica resta il primo motivo e praticamente unico motivo per cui oggi si finisce fuori dalla propria abitazione.
Non va affatto meglio nelle altre regioni: in Lombardia, i provvedimenti esecutivi emessi dai tribunali nel primo semestre del 2013 sono stati 7.991 a fronte di 13.300 nell’anno precedente. Un trend in preoccupante aumento in tutto lo stivale, dunque. Che, stando alle stime del Sicet, il sindacato inquilini della Cisl, si tradurrà probabilmente in una crescita che potrebbe andare dal 15 per cento in su. “Per ora – spiega Massimo Petterlin, segretario nazionale Sicet – ci siamo limitati a moltiplicare per due il numero degli sfratti; ma quasi sicuramente i provvedimenti alla fine saranno molto di più di quelli riportati dal Ministero, visto che non tutti i tribunali hanno fatto pervenire i rispettivi dati”.
Ma se anche il trend non dovesse subire variazioni, secondo Petterlin “la situazione resterebbe comunque preoccupante: alla fine dell’anno ci ritroveremo comunque con 3 3mila sfratti eseguiti a fronte dei 26 mila dell’anno precedente; oltre a 175 mila richieste di esecuzione e 78 mila provvedimenti contro le 125 mila e i 68 mila del 2012. Se si pensa che il 98 per cento di tutti questi provvedimenti avvengono per morosità incolpevole, ovvero a causa di perdita del lavoro o chiusura di attività, si ha un’idea dell’ecatombe che la crisi sta causando nella nostra economia”.
E se per poter stilare una graduatoria bisognerà aspettare i dati definitivi, che dovrebbero essere diffusi a giugno, al momento sembra cambiare anche l’identikit delle regioni più colpite: secondo il Sicet, dopo il Lazio, il secondo e il terzo posto spetterebbero quest’anno a Toscana e Umbria, la prima delle quali con 3.100 provvedimenti nel primo semestre 2013 contro i 5.900 in tutto l’anno precedente. Le province con il maggior numero di provvedimenti sarebbero invece Prato, Lodi, Novara e Pavia (ams.RS)
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