E’ stato veloce il transito al Cielo del passionista P. Umberto Palmerini. Un brevissimo ricovero all’ospedale di Teramo, dopo un malore nella serata di sabato 15 marzo, dove risiedeva, l’intervento chirurgico e subito in rianimazione. Ieri mattina il passaggio alla vita eterna, sollecito e sereno, come il suo desiderio dell’incontro con Dio. Oggi le esequie, in mattinata al Santuario di San Gabriele dove Padre Umberto risiedeva, e alle 15:30 nella chiesa degli Angeli Custodi di Paganica, suo paese natale, dove verrà tumulato nel cimitero adiacente la Basilica di San Giustino patrono. Se ne è andato così Padre Umberto, con il sorriso sulle labbra e con quel suo volto rimasto sempre giovanile, nonostante i quasi 81 anni, che avrebbe compiuto tra due settimane, e una malattia invalidante che dal 2007 lo costringeva su una sedia a rotelle. Sempre affabile, sensibile, sorridente e delicato con tutti, anche quando ha ricoperto ruoli di governo nella Congregazione dei Passionisti, con impegni di grande responsabilità. Padre Umberto, all’anagrafe Antonio Palmerini, era nato il 1° aprile 1933 a Paganica, la più popolosa frazione dell’Aquila. Secondo dei sei figli di Andrea e Filomena de Paulis, si era allevato in confidenza con la bottega del padre, fabbro ferraio provetto come gran parte della stirpe dei Palmerini, insediatasi a Paganica nella seconda metà del Settecento con il capostipite Francesco, di origini tuderti, da cui sono poi seguite diverse generazioni di “mastri” artigiani del ferro, tanto da guadagnarsi il soprannome di “ferrari” e persino l’intitolazione di due vie del paese.
A 14 anni Talino – così veniva chiamato Antonio Palmerini da ragazzo – decide di entrare nella famiglia dei Padri Passionisti e il 25 febbraio 1947 viene accolto nell’alunnato di San Marcello (Ancona), dove frequenta le scuole medie e il ginnasio. Nel 1951, a Morrovalle (Macerata), il Noviziato e la Vestizione del saio. L’anno seguente la professione temporanea dei Voti. Nel settembre 1952 riprende gli studi liceali presso il Santuario della Madonna della Stella (Perugia), fino alla maturità, conseguita nel 1955. Nello stesso anno c’è la professione perpetua dei Voti. Dal settembre 1955, presso il Santuario di San Gabriele (Teramo), segue per quatto anni il corso di studi filosofici e teologici. Il 14 marzo 1959 Padre Umberto dell’Immacolata viene ordinato Sacerdote da Mons. Stanislao Battistelli, vescovo di Teramo-Atri. Dal 1959 al ‘63 è a Roma, presso la Casa Generalizia della Congregazione, ai SS. Giovanni e Paolo al Celio, per completare gli studi teologici, e all’Università Lateranense per gli studi giuridici, laureandosi “in utroque jure”. Nel 1963 torna al Santuario di San Gabriele dov’è Direttore e docente di diritto canonico e lingue. Dal 1969 è a Recanati (Ancona), Consultore Provinciale per due mandati, fino al 1976.
Nel 1976 il rientro in Abruzzo di Padre Umberto, al Santuario di San Gabriele, dove per tre anni è Redattore dell’Eco, il mensile del santuario con grande diffusione in Italia e all’estero. Nel 1979 viene eletto Rettore del Santuario e della Comunità di San Gabriele, per due successivi mandati, fino al 1987. Sono quelli gli anni del grande sviluppo del Santuario, specie della nuova basilica, iniziata nel 1970. Sono gli anni del riordino urbanistico di un’area nevralgica, quella su cui insistono le strutture del vecchio e nuovo Santuario, a cavallo dei territori dei comuni di Isola del Gran Sasso e Colledara, con problemi spesso di complicata gestione. Ma la sapiente tessitura dei rapporti con le Istituzioni, condotta da P. Umberto Palmerini, approda sempre in soluzioni all’apparenza inarrivabili, come la qualificazione e il potenziamento delle infrastrutture a servizio del Santuario, la denominazione a San Gabriele (Colledara-San Gabriele) del casello autostradale della A/24, l’ampliamento della zona di rispetto del Santuario con la realizzazione di ampi parcheggi per i pellegrini, l’allontanamento in apposita area commerciale dei mercanti di souvenir, prima a ridosso del Santuario, il grande impulso dato ai lavori della nuova basilica, l’imponente struttura dalle singolari architetture in cemento bianco, acciaio e vetro, d’ispirazione ecumenica dopo il Concilio Vaticano II. La basilica, infatti, lunga 90 metri e larga 30, protende le braccia ai quattro punti cardinali e nella sezione richiama la sagoma d’una grande nave con quattro vele pandirezionali, come la Chiesa in cammino per il mondo, la cui tolda è composta dalle quattro navate a croce e la “stiva” con la Cripta del Santo.
Ma la prova che più impegnò il Rettore ed il suo staff fu la preparazione della visita pastorale di Giovanni Paolo II, avvenuta il 30 giugno 1985, con una straordinaria partecipazione di fedeli e sopra tutto di giovani convenuti da tutto l’Abruzzo e dal Molise, nella ricorrenza del primo centenario dell’arrivo in Abruzzo di San Gabriele e nel 25° anniversario della sua proclamazione a Protettore delle due regioni. Proprio ai giovani, che gremivano all’inverosimile tutto il vasto piazzale del Santuario, tempestivamente completato nei lavori alcuni giorni prima della visita del Papa, Giovanni Paolo II diresse memorabili parole: “…Anche voi, cari giovani abruzzesi e molisani, sulla scia di così luminoso esempio che incessantemente si irradia da questo Santuario, siete invitati a riscoprire le radici profonde della gioia, cioè della buona novella recata sulla terra dalla venuta di Gesù: “Non temete, ecco, vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo”. Abbiate sempre più chiara coscienza di questa realtà interiore che contraddistingue ogni seguace di Cristo, chiamato a viverla intensamente e a proclamarla come espressione della nuova alleanza, suggellata dal sangue dell’Agnello e come segno pasquale della risurrezione e dell’Alleluia. Diffondetela negli ambienti dove vivete o svolgete le vostre attività: nella famiglia, nella scuola, nei posti di lavoro, di gioco e di divertimento; comunicatela soprattutto alle persone sole, anziane, ammalate o emarginate dalla società; a quelle assorbite dalla routine del tran-tran quotidiano; a quelle che invano la cercano dove essa non è: nei micidiali surrogati della droga e dell’alcool; o nel fatale e vuoto ricorso al consumismo e al disimpegno; e soprattutto a quelle che dovessero lasciarsi suggestionare dalle deplorevoli iniziative ispirate in qualunque modo alla violenza o alla mancanza di rispetto per la persona altrui. A tutti questi fratelli e sorelle, che, in un modo o nell’altro, consapevolmente o inconsapevolmente, attendono una vostra parola, un vostro sorriso e la vostra amicizia, non fate mancare la vostra presenza, non rifiutate di mostrare la vostra gioia, le ragioni della vostra speranza…”.
Fu dunque una prova, quella della memorabile giornata vissuta con Giovanni Paolo II, preparata con cura dai Padri Passionisti, sotto l’accorta guida dell’infaticabile Rettore, che mai perse il sorriso e lo sprone, verso i confratelli e particolarmente verso le pubbliche amministrazioni, impegnate in una sfiancante gara contro il tempo nella realizzazione delle opere per il potenziamento della viabilità e delle infrastrutture. Una gara superata alla grande, che rese onore all’Abruzzo agli occhi dell’Italia e del mondo. Padre Umberto rimase ancora due anni come Rettore a San Gabriele, fino al 1987, rafforzando l’impegno sui lavori della nuova basilica, che ebbe il privilegio di vedere inaugurata la Cripta del Santo da Papa Giovanni Paolo II. Si trovava in Terrasanta, Padre Umberto, quando venne richiamato in Italia per andare a dirigere la Comunità Passionista di Montescosso (Perugia) e l’annessa scuola di teologia. Vi rimase un anno, perché nel 1988 fu chiamato ad assumere la responsabilità di Segretario Generale della Congregazione, presso la Casa Generalizia a Roma, funzioni assai delicate nel governo d’un ordine che conta oltre 2300 religiosi e ha strutture di apostolato in una ventina di Paesi del mondo. Diciassette anni (1988-2005) fu impegnato in questo ufficio, con frequenti viaggi all’estero in visita alle missioni della Congregazione nelle Americhe, in Australia, in Asia e in Europa. E nel contempo anche Procuratore Generale (1988-2007). Poi la malattia, che ne ridusse l’attività, e infine l’invalidità. Nel 2007 da Roma tornò nella “sua” casa, il Santuario di San Gabriele, dov’è restato fino al 15 marzo, quando ricorrevano giusto 55 anni dalla sua ordinazione al sacerdozio. Appena due giorni ancora e la dipartita.
Avevo incontrato Padre Umberto il 2 marzo scorso, essendomi recato a San Gabriele per l’inaugurazione della Porta degli Emigrati del Santuario, un magnifico portale in bronzo 4 metri per 5, con sculture modellate a tutto tondo, creato dallo scultore marchigiano Paolo Annibali con la collaborazione di Luca Farina. L’artistica Porta è stata realizzata con le donazioni di Associazioni Abruzzesi dell’Australia (Adelaide, Brisbane, Melbourne, Perth, Sydney), del Canada (Montreal, Hamilton, Calgary, Winnipeg, Edmonton, Quebec, Vancouver, Ottawa, Mississauga, Toronto, Etobicocke), degli Stati Uniti (Philadelphia, Baltimora, Chicago), del Venezuela (Caracas, Valencia), dell’Argentina (Buenos Aires), del Belgio (Liegi, Maurage, Dour), dell’Uruguay, del Cile, e inaugurata con una solenne cerimonia religiosa presieduta dal Cardinale Antonio Maria Vegliò, alla quale il Consiglio Regionale Abruzzesi nel Mondo (CRAM) ha voluto essere presente e portare il saluto con il vice Presidente Franco Santellocco. La grande scultura “a cera persa”, rappresentante un gigantesco ex voto, oltre al Santo con quattro giovani accanto nell’apice centrale, reca scene che richiamano l’emigrazione abruzzese, in uscita e di ritorno, i miracoli del Santo, i giovani e gli Alpini, affidati alla sua protezione.
Padre Umberto, non potendo presenziare all’evento per via dell’invalidità, è stato assai lieto d’avere riferimenti puntuali sulla cerimonia avvenuta nella mattinata. Come pure di apprendere che il Superiore Provinciale dei Passionisti, nel suo saluto dopo la cerimonia, ha annunciato d’aver rivolto un invito a Papa Francesco per l’inaugurazione della nuova basilica, il prossimo 28 agosto. Un sorriso di compiacimento ha firmato la sua soddisfazione per il compimento d’una ulteriore ed importante tappa nell’edificazione del nuovo Santuario, che sempre più va arricchendosi di preziose opere d’arte. Sabato scorso Padre Umberto aveva ricevuto la visita di Mario e Lucia, che vivono a Roma, spesso lo visitavano gli altri fratelli Emilio e Ugo, che vivono a Paganica, e il fratello maggiore Giuseppe quando riusciva a scendere da Desenzano del Garda, dove vive. Ma anche la schiera dei numerosi nipoti, a turno, andava a passare un pomeriggio con lui, ormai molto in difficoltà a spostarsi. L’ultima eccezione l’ha fatta il 26 ottobre dell’anno scorso, quando è tornato a Paganica per l’ordinazione a diacono di Federico Palmerini, il pronipote che quest’anno ne raccoglierà il testimone con l’ordinazione sacerdotale.
Goffredo Palmerini
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