Le Discoteche smascherano l’abusivismo

Più di 2700 licenze potrebbero tornare sui tavoli di chi le ha rilasciate nel corso degli anni. Così facendo, i locali da ballo minacciano di tramutarsi nei tanti esercizi mascherati da discoteche. È la decisione discussa nell’assemblea Silb, l’Associazione italiana imprese di intrattenimento da ballo e di spettacolo aderente a Fipe-Confcommercio. Motivo della protesta è […]

musicaPiù di 2700 licenze potrebbero tornare sui tavoli di chi le ha rilasciate nel corso degli anni. Così facendo, i locali da ballo minacciano di tramutarsi nei tanti esercizi mascherati da discoteche.

È la decisione discussa nell’assemblea Silb, l’Associazione italiana imprese di intrattenimento da ballo e di spettacolo aderente a Fipe-Confcommercio. Motivo della protesta è la mancanza di provvedimenti per combattere il proliferare di soggetti che organizzano feste danzanti non autorizzate che rappresentano una concorrenza sleale per le imprese regolari. «Quando il ballo – afferma il Presidente Silb, Maurizio Pasca – viene organizzato all’interno di masserie, castelli, agriturismi, bed and breakfast, alberghi, ristoranti, stabilimenti balneari senza che abbiano le autorizzazioni necessarie siamo di fronte a un’anomalia insostenibile per il comparto ormai fiaccato dalla crisi economica da cui il Paese ancora non riesce a uscire». Si parla di un miliardo di euro di giro di affari abusivo (ben superiore agli 850 milioni di euro del volume d’affari legale) che nella congiuntura economica pesa tantissimo; porta alla chiusura di tantissime imprese regolari; porta al collasso degli investimenti e dell’indotto dell’intrattenimento notturno e dell’occupazione che attualmente conta più di 50mila addetti. Questo giro di affari abusivo si tramuta in un’evasione o un’esenzione da regimi di tassazione e imposte che arreca un danno allo Stato stimato in 140 milioni di euro a cui si dovrebbero aggiungere i 120 milioni di mancato gettito se i locali serali riconsegnassero le licenze. Nel caso dei circoli privati, poi, per svolgere attività di somministrazione non è vincolante possedere i requisiti professionali.

La mancanza di autorizzazione non è un aspetto solo formale, ma comporta un rischio per le persone che frequentano questi luoghi privi spesso delle più elementari condizioni di igiene e sicurezza. «Mi riesce difficile – porta come esempio il presidente Pasca – pensare a una festa con ottocento persone dentro una villa antica sprovvista di uscite di sicurezza con maniglioni antipanico». Nonostante questo tema sia comune anche alle associazioni di categoria aderenti ad Ena, neonata associazione europea delle discoteche, in Francia e Spagna il fenomeno risulta essere più ridotto per l’efficacia e l’efficienza dei controlli.

Per questo, dopo anni di proteste, rivendicazioni ed esposti su denunce di presunti intrattenimenti abusivi, le imprese italiane hanno riflettuto sulla provocazione di trasformarsi esse stesse in circoli privati. Questi ultimi sono esenti da Ici-Imu, Irpef e Iva; beneficiano di una riduzione sui diritti Siae; non sono obbligati a rilasciare lo scontrino fiscale all’ingresso o per le consumazioni; non sono obbligati a tenere un registro di cassa.

«I requisiti professionali – conclude Maurizio Pasca – sono importantissimi per chi gestisce un intrattenimento danzante. Il gestore del locale deve essere in grado di gestire una massa di persone. La situazione può degenerare come spesso accade nelle feste prive di controlli. Solo chi ha una formazione professionale adeguata può prevenire l’insorgere di problemi. Invece qui siamo al punto che basta avere uno scantinato o una struttura in disuso, magari anche fatiscente, e si organizza una discoteca abusiva».

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *