In un passaggio della relazione dell‘Istituto Superiore della Sanità. che ha analizzato per l’Avvocatura dello Stato le acque contaminate dalla mega discarica di veleni tossici di Bussi, si legge che“l’acqua contaminata è stata distribuita in un vasto territorio e a circa 700 mila persone senza controllo e persino a ospedali e scuole“.
“La qualità dell’acqua è stata indiscutibilmente significativamente e persistentemente compromessa”, prosegue la Relazione dell’ISS depositata agli atti del processo di Chieti dove sono indagati i vertici di Montedison dopo l’inchiesta del Corpo Forestale. Il guasto “per effetto dello svolgersi di attività industriali di straordinario impatto ambientale in aree ad alto rischio per la falda acquifera e per le azioni incontrollate di sversamento”, spiega il documento.
“La mancanza di qualsiasi informazione relativa alla contaminazione delle acque con una molteplicità di sostanze pericolose e tossiche, solo una parte delle quali potrà essere tardivamente e discontinuamente oggetto di rilevazione nelle acque, ha pregiudicato la possibilità di effettuare nel tempo trattamenti adeguati alla rimozione delle stesse sostanze dalle acque”.
“Del significativo rischio in essere non è stata data comunicazione ai consumatori che pertanto non sono stati in condizioni di conoscere la situazione ed effettuare scelte consapevoli”, si legge tra le conclusioni. Ci sono quindi “incontrovertibili elementi oggettivi coerenti e convergenti nel configurare un pericolo significativo e continuato per la salute della popolazione esposta agli inquinanti attraverso il consumo e l’utilizzo delle acque”, chiude l‘Istituto Superiore della Sanità.
“Ora le priorita’ sono la bonifica, i processi e l’indagine epidemiologica. Irrisolta la questione della trasparenza e della partecipazione dei cittadini”. Lo afferma in una nota il Forum abruzzese dei Movimenti per l’Acqua, che insieme al Wwf diede il via alle indagini della forestale sulla megadiscarica di Bussi. Il Forum ricorda che “i Pozzi S.Angelo inquinati, che rifornivano l’intera Valpescara a valle di Bussi, sono stati definitivamente chiusi nel 2007 a seguito di analisi private (poi si scopri’ che almeno dal 2004 gli enti pubblici avevano contezza della contaminazione con le analisi dell’Arta), denunce, innumerevoli esposti e di un vero e proprio lavoro di inchiesta del Wwf e del Forum Acqua tra maggio e agosto 2007, su cui si baso’ l’interrogazione parlamentare dell’allora deputato Maurizio Acerbo (Prc, ndr).
Tanto che gia’ allora l’Istituto superiore di sanita’ scrisse alle associazioni che l’acqua dei Pozzi S. Angelo non era idonea al consumo umano. A seguito di tali azioni – conclude il Forum abruzzese dei Movimenti per l’Acqua – furono scavati pozzi a monte dell’area inquinata, i pozzi S. Rocco, che oggi riforniscono la Valpescara”
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