In Cile un furioso terremoto uccide sei persone ad Iquique, nel Nord, del paese e, dal carcere della città, fuggono 300 detenuti. Meno luttuoso ma non meno forte il sisma che agita l’Italia con la Confcommercio che oggi dirama un comunicato secondo cui dal 2007 a oggi i consumi sono calati di oltre 80 miliardi di euro e ci vorranno 33 anni per tornare ai livelli pre-crisi.
Ed le scosse italiche continuano in vario modo, con l’arresto per camorra dell’ex ministro Nicola Cosentino con una ordinanza emessa dal gip di Napoli su richiesta dei pm Antonello Arbituro, Francesco Curcio e Fabrizio Vanorio ed eseguita dai carabinieri di Caserta, che fa parte di un insieme di 13 misure cautelari nei confronti di altrettante persone, tra cui Pasquale e Antonio Zagaria (già detenuti), fratelli di Michele, boss del clan dei Casalesi e con tutti i giornali che oggi portano in prima pagina l’incontro voluto da Berlusconi con Napolitano per garantirsi, dopo il 10, una “agibilità politica” l’arresto, con una operazione del Ros dei carabinieri dopo un’inchiesta della Procura di Brescia, di 24 persone, con oltre 51 gli indagati, fra cui uno dei leader dei Forconi e Matteo Salvini che grida irato: “Liberano migliaia di delinquenti con lo svuota-carceri e arrestano chi vuole l’indipendenza. Siamo alla follia”.
La vera follia è non rendersi conto che anche se da “operretta” e con un trattore trasformato in un carrarmato da burletta, il gruppo seccessionista veneto era disposto a tutto per raggiungere l’obiettivo della secessione dall’Italia. E fra gli altri arrestati , l’ex parlamentare e sottosegretario Franco Rocchetta, fondatore della Liga Veneta (attualmente fuori dal movimento confluito nella Lega Nord) e fra i promotori del referendum on-line per la secessione del Veneto; oltre a Luigi Faccia e Flavio Contin, personaggi già noti alle forze dell’ordine perché fecero parte del gruppo dei Serenissimi, che tra l’8 e il 9 maggio del 1997 occuparono piazza San Marco a Venezia a bordo di un blindato.
In questo clima per lo meno “irritato” , arriva a Roma Elisabetta II, per una visita lampo a Napolitano e papa Francresco, una visita che, ad una settimana da quella di Obama, appare sottotono senza niente zona rossa e nessun blocco del traffico, una “low profile”, ma non per questo meno strategica, se si tiene conto che è l’unico viaggio all’estero, oltre alla Francia in giugno per il D-Day, che la sovrana e Filippo hanno in programma nel 2014. E per gli incontrri che la inessodabile regina avrà, con Napolitano certamente per discutere sulla situazione internazionale ed accennare alla visita a Londra del premier Matteo Renzi e col papa di Roma, con un’udienza privata che avverrà alle 15.00 nello studio del Pontefice, una saletta di piccole dimensioni vicino all’Aula Paolo VI, al di fuori dei canoni dell’ufficialità che normalmente per tutti i capi di Stato e di governo contemplano il faccia a faccia a Palazzo apostolico, il primo incontro tra Elisabetta e il Pontefice, poiché alla messa di inizio pontificato del 19 marzo 2013 il Regno Unito era rappresentato dal duca di Gloucester.
Un incontro “rilassato”, secondo la definizione dei media britannici per i quali Elisabetta non indosserà nè il velo nè l’abito nero come invece aveva fatto nei suoi precedenti colloqui con cinque pontefici: da Pio XII nel 1951 a Roma, quando non era ancora regina; a Benedetto XVI, durante la sua visita apostolica in Scozia, ma non per questo meno importante.
Nella delegazione ristretta che accompagnerà in Vaticano la regina ci sarà anche il duca di Edimburgo. Del seguito farà parte anche l’ambasciatore britannico presso la Santa Sede, Nigel Baker il che fa credere che le cose che i due si daranno sono importanti, significative e forierte di sviluppi futuri.
Scrive Luca Lippero sul Messaggero che Il nostro Presidente della Repubblica nel giugno del 2011, durante un viaggio nel Regno Unito, ebbe un lungo colloquio con la sovrana e si è scritto molto sull’ipotetico contenuto della conversazione rimasta ufficialmente top secret.
L’Italia attraversava la turbolenta stagione che portò all’esplosione dello spread (il differenziale di rendimento tra i nostri titoli di Stato e quelli degli altri Paesi), alle dimissioni di Silvio Berlusconi e all’avvento al Governo di Mario Monti dopo la nomina a senatore a vita da parte del Capo dello Stato.
Questa volta la visita non ha una vera agenda. Ma secondo gli osservatori è altamente probabile che Napolitano e la regina, a quattr’occhi, senza alcun rischio di essere “ascoltati”, parlino anche del ruolo dell’Italia nella situazione nata dalla crisi ucraina, dell’atteggiamento del nostro Governo e delle prospettive del Paese.
Elisabetta II, d’altronde, arriva in Italia pochi giorni dopo la visita del presidente degli Stati Uniti Obama e certe cose, nel felpatissimo mondo delle cancellerie, non sono mai del tutto svincolate.
Come non è svincolato di significati che incontri, come “capo della chiesa anglicana” il nuovo e diverso “capo” di quella cattolica, molto più disposto dei predecessori a mettere da parte i dogmi e guardare alle cose concerete.
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