Governatore Chiodi: “Sono stato un uomo di parola, non di parole”

“Sono un uomo di parola, non di parole”: cosi’ il presidente della Regione Abruzzo Gianni Chiodi, candidato alla presidenza della Regione alle elezioni del 25 maggio, ha presentato il bilancio di cinque anni di attivita’, in occasione dell’inaugurazione della sede elettorale in via Nicola Fabrizi, a Pescara. Chiodi ha sottolineato come tutte le dichiarazioni fatte […]

chiodi (1)“Sono un uomo di parola, non di parole”: cosi’ il presidente della Regione Abruzzo Gianni Chiodi, candidato alla presidenza della Regione alle elezioni del 25 maggio, ha presentato il bilancio di cinque anni di attivita’, in occasione dell’inaugurazione della sede elettorale in via Nicola Fabrizi, a Pescara. Chiodi ha sottolineato come tutte le dichiarazioni fatte cinque anni fa siano state convalidate da precise azioni di governo: “Dopo la mia elezione promisi che l’Abruzzo non sarebbe stata la regione piu’ indebitata e quella piu’ tassata; dissi che avremmo sistemato i conti della sanita’, che non avremmo mantenuto carrozzoni utili solo a collocare personaggi che vivono alle spalle della politica. Sostenni che avremmo ridotto i costi della politica, che avremmo combattuto i poteri forti. Ebbene, dopo cinque anni, posso dire di aver portato a compimento quanto ci eravamo prefissi. L’Abruzzo per la seconda volta riduce le tasse a cittadini e imprese; non e’ piu’ la regione maggiormente indebitata tra quelle italiane; il sistema sanitario e’ stato salvato dal default; siamo tra le poche regioni a pagare i fornitori dopo 59 giorni, vale a dire al di sotto della media europea che e’ di 60 giorni. Abbiamo abolito il listino e ridotto in maniera drastica le nomine. Quella che ci si pone di fronte ora e’ la sfida per la crescita, per l’innovazione, per la costituzione di un nuovo sistema di welfare, per un’economia competitiva capace di superare le secche del localismo. Tutto questo dimostra che sono stato un uomo di parola, non di parole“. Chiodi si e’ soffermato sul fatto che sia scortato da tre settimane dicendo di non sapere chi possa arrivare a minacciare la sua sicurezza personale anche se ha “cercato di capire”. Ha ricordato, poi, di aver detto molti “no” ma cio’ non vuol dire che si possa arrivare “a questo livello”. Chi ce l’ha con lui puo’ invece arrivare, magari, a “fare il tifo o a sostenere l’altro candidato e anche a finanziarlo”.

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