“Ho accolto con piacere l’invito dell’on. Antonio Leone ad intervenire in questa discussione innanzitutto perché il libro di Luigi Ferlicchia si inserisce pienamente nel solco della riflessione che da anni la Camera dei Deputati ha intrapreso sulla figura di Aldo Moro”, ha esordito la Presidente della Camera all’inizio del suo intervento per la presentazione del libro di Gino Ferlicchia “I tempi di Aldo Moro. Quando la politica era una vocazione”. La Presidente Boldrini ha evidenziato che si tratta di un volume ricco, che abbraccia molteplici aspetti della vita di Moro, dalle sue relazioni con alcune importanti figure del cattolicesimo politico, al rapporto con la realtà pugliese, all’insegnamento universitario. Ne emerge, accanto all’impegno politico diretto, la fitta rete di rapporti umani, intellettuali, politici e religiosi nella quale Moro fu immerso ed operò, a partire da quella più intima e cara di una famiglia molto coesa e molto solidale.
Ha sottolineato inoltre l’aspetto dell’agire politico di Moro, che ha trovato di particolare importanza per il dibattito attuale: l’idea della politica come vocazione che, non a caso, è richiamata nel sottotitolo del volume. Erano tempi di grandi ideali e di una forte adesione ai valori democratici ,erano quelli certamente tempi di grandi ideali e di una forte adesione ai valori democratici, ma erano anche anni funestati da una diffusa violenza politica e perfino da un diretto attacco terroristico nei confronti delle istituzioni. Anni nei quali le logiche della guerra fredda e della divisione del mondo in due blocchi contrapposti, frenavano la piena evoluzione della democrazia italiana. Non tutto quel passato della nostra storia politica merita di essere rimpianto.
La Presidente ha proseguito dicendo che la Camera dei Deputati è fortemente impegnata a tenere ben viva la memoria di quella stagione e a rimuovere tutti i veli che ancora coprono la verità su quegli anni difficili e tormentati. Non è un’azione ovvia o scontata. Ma una democrazia matura non tollera zone d’ombra. Per questo abbiamo è stato avviato una vasta opera di desecretazione di atti parlamentari ancora classificati come segreti ed è stato apprezzato il fatto che il Governo abbia deciso di muoversi nella nostra stessa direzione. La ricerca della verità è un fattore determinante per rendere sempre più forte e solida la nostra democrazia. Senza paure: ci potrebbero essere informazioni scomode, ma è un rischio che è necessario correre fino in fondo. Ha concluso dicendo che questa ricerca cammina di pari passo con la riflessione storica e culturale ed il volume che viene presentato dà un importante contributo.
E’ intervenuto l’on. Antonio Leone, il quale, delegato dalla Presidente della Camera Laura Boldrini a moderare e condurre i lavori, ha illustrato i contenuti del libro precisando che l’iniziativa si colloca nell’ambito di una ricerca completa ed organica sulla vita e sulla politica di Aldo Moro. Al riguardo ha voluto specificare le origini pugliesi di Aldo Moro con uno stretto legame alla città di Bari, nella quale Moro da studenti universitario e militante del FUCI ha sviluppato la propria personalità sul piano umano, giuridico e religioso.
Senza i presupposti e le radici di Bari, Moro non avrebbe potuto a livello nazionale esprimere tutta la sua potenzialità, di cui sono piene le pagine di storia nonché quelle del diritto e della giustizia così come quelle della politica. L’on.Leone ha riconosciuto la ricchezza del libro dell’ing. Ferlicchia, di circa 600 pagine, il quale si manifesta anche attraverso una esposizione fotografica cronologica di oltre 150 foto. Subito dopo Leone ha preso la parola la Senatrice Maria Fida Moro, figlia primogenita dello Statista, la quale ha voluto che si ricordasse Aldo Moro Statista, più dal punto di vista umano per i valori incarnati ed espressi che non per i 55 tragici giorni del martirio. “La grandezza di papà – ha dichiarato Maria Fida Moro – è raccolta nelle cose che ha fatto e realizzato.
Subito dopo Maria Fida Moro, ha parlato il sen. Quagliariello, già Ministro del Governo Letta, il quale ha evidenziato tre motivi per ritenere valido e attuale quando scritto dall’ing. Gino Ferlicchia:
1) Il legame tra lo statista, quale appunto era Moro, e il territorio della propria situazione, dal quale non ha mai prescisso, anzi nell’ambiente territoriale locale trovava forza per l’impegno nazionale e mondiale;
2) La politica estera di Aldo Moro è una prima pietra miliare di grande rilevanza per aver saputo in cinque anni, dal 1969 al 1975, costruire l’Europa portandola da sei membri a nove (Gran Bretagna, Irlanda e Danimarca), poi a dodici con Norvegia, Svezia e Finlandia, poi a quattordici con l’ingresso dell’Austria e in stretto collegamento con questi obiettivi ha organizzato la conferenza di Helsinki del luglio-agosto 1975, nella quale per la prima volta dopo il congresso di Vienna del 1816 vennero a trovarsi insieme tutti i paesi europei con gli Stati Uniti e il Canada partecipi e strettamente collegati alla conferenza;
3) Il perseguimento continuo del concetto di democrazia compiuta in modo tale da assicurare alle istituzioni democratiche repubblicane stabilità e certezza di esistenza.
Quindi ha preso la parola l’on.Gerardo Bianco, presidente nazionale ex parlamentari, il quale ha saputo, da par suo, evidenziare tutti gli aspetti di grande validità esistenti nel libro presentato. Un concetto di fondo ha espresso Bianco affermando che con la pubblicazione del libro di Ferlicchia su Aldo Moro, così organico e completo, d’ora in poi non si può prescindere di questo lavoro per chiunque vorrà affrontare e cimentarsi con la storia umana e politica di Aldo Moro. Ha continuato Bianco affermando che sono tanti gli aspetti e gli spaccati che offre la lettura al punto che si legge con scorrevolezza e piacevolezza. Ha voluto anche precisare che l’unico politico che ha saputo coniugare idealismo e realismo, non perdendo mai di vista la ricerca della verità e della giustizia, sino a considerare anche l’umanesimo esistente in certi aspetti del Marxismo. Una vera completezza di organicità e impegno che Moro ha espresso in 32 anni di impegno politico e che ben sono stati colti dall’autore del libro.
Successivamente è intervenuto il prof. Antonio Uricchio, Magnifico Rettore dell’Università di Bari intitolata allo Statista pugliese. Il Prof.Uricchio si è in modo particolare intrattenuto su Aldo Moro e l’Università di Bari prima come studente dal 1934 al 1938, poi assistente di Biagio Petrocelli in diritto penale, fino al 1940 e poi dal 1° novembre dello stesso anno professore di Filosofia del Diritto e Diritto Coloniale, sino al 1963 e poi in Diritto Penale anno del suo trasferimento La Sapienza di Roma dove ha insegnato Istituzioni di diritto penale e Procedura penale. Moro a Bari ha fondato una scuola giuridica partendo dalla filosofia del diritto per andare al diritto penale e alla procedura penale.
Per diversi anni Moro ha insegnato tre materie e il suo legame con l’Università e gli studenti era totale e assorbente, avendo scritto diversi trattati di diritto che costituiscono pietro miliari fondamentali nella evoluzioni del pensiero giuridico ed in questa suo azione si è sempre avvalso della collaborazione del suo allievo prediletto Renato Dell’Andro. Infine ha preso la parola l’autore del libro, ing. Luigi Ferlicchia, il quale ha ringraziato gli oltre 250 partecipanti presenti nella Sala della Regina della Camera, intrattenendosi in particolare sul Processo di canonizzazione, promosso dalla Federazione Centri Studi Moro-Dell’Andro di Bari e che ha visto il 16 luglio 2012 la proclamazione da parte del Cardinale Vallini di “Aldo Moro, Servo di Dio”. Ferlicchia ha precisato che l’iniziativa odierna è la chiara manifestazione di una santità che si manifesta attraverso l’agire degli uomini singolarmente, nonché in comunità.
Ha precisato che la notizia di Aldo Moro “Servo di Dio” si è diffusa nel mondo ampiamente ed il Tribunale Ecclesiastico va raccogliendo tutte le notizie ed i fermenti che si sono manifestati e si vanno sviluppando in tutti gli angoli del pianeta.
Ferlicchia ha affermato ancora che la politica oggi ha bisogno di un “Santo” come riferimento al fine di farla uscire dalle secche di un pragmatismo consumistico, senza valori e senza idealità. Non per tornare alle contrapposizioni ideologiche, ma per ritrovare i valori ideali di servizio per il bene comune e per il bene della comunità umana. Aldo Moro è tutto questo.
Antonio Peragine – Direttore del Corriere di Puglia e Lucania nel Mondo
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