Servizio civile “universale”, 5 per mille, impresa sociale, riforma del Codice civile e delle leggi riguardanti volontariato e associazioni di promozione sociale (Aps). Sul tavolo del governo, dopo la riforma della pubblica amministrazione, è arrivata l’ora di affrontare quella, ormai chiesta a gran voce da anni, del terzo settore. Dopo le prime indiscrezioni pubblicate dal quotidiano Avvenire, si attende a breve una comunicazione in merito da parte del governo, anche se al momento non ci sono ancora notizie dettagliate e chiare su una possibile conferenza stampa di presentazione di quelle che dovrebbero essere le linee guida che dovranno indirizzare il lavoro di riforma.
Intanto, il primo incontro all’interno della maggioranza per discutere della riforma si è già svolto al termine della settimana scorsa. A confermarlo è Edoardo Patriarca, deputato del Partito democratico, convocato attorno ad un tavolo di lavoro coordinato dal ministro Maria Elena Boschi per individuare i confini entro i quali realizzare la riforma insieme al sottosegretario al ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, Luigi Bobba, al viceministro alle politiche agricole alimentari e forestali Andrea Olivero e altri parlamentari della maggioranza, come Paolo Beni (Pd), Bruno Molea (Scpi).
“Si tratta di una notizia positiva – spiega Patriarca -. Un impulso in avanti che aspettavamo da tempo, adesso si tratterà di dare i tempi perché tutto quello che verrà dichiarato venga attuato concretamente. Nel fine settimana, chi ha potuto ha consegnato le proprie considerazioni. I temi individuati per un’ipotesi di legge delega sono quelli che riguardano il codice civile, il 5 per mille, servizio civile e impresa sociale, la manutenzione delle leggi su volontariato e Aps”. Nessun pacchetto pronto, quindi, ma un percorso simile a quello della riforma della pubblica amministrazione. “Si tratterà di linee guida sulle quali costruire un percorso legislativo – spiega Patriarca -. Poi, come accaduto con la pubblica amministrazione, sarà dedicato un intero mese alla consultazione”.
Secondo quanto riportato online da Avvenire, tra le indicazioni raccolte durante questo primo incontro, al primo posto la stabilizzazione del 5 per mille e un innalzamento del contributo a 500 milioni di euro, dai 400 milioni attuali, riscrivendo i criteri di accesso e promuovendo obblighi più stringenti di rendicontazione. Tra le istanze presentate anche quella che vede il servizio civile come possibilità offerta a chiunque voglia usufruirne, grazie ad una programmazione triennale e un intervento economico di 600 milioni di euro, richiamando alla compartecipazione del privato, delle fondazioni e degli enti caritatevoli e puntando maggiormente su formazione e orientamento alla professionalità. Non mancano le “start-up” sociali, con la possibilità di istituire un fondo da 500 milioni per finanziarle. Infine la nota questione della riforma del titolo II del libro I del Codice civile, per dare una maggiore chiarezza giuridica ad associazioni, onlus e fondazioni, al fine di arrivare a norme che garantiscano la piena trasparenza nel mondo del terzo settore.
Terzo settore, arriva la riforma
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