Associazioni islamiche aprono un’azione legale contro i giornali per aver distorto la loro identità

Il Coordinamento della associazioni islamiche di Milano Monza e Brianza (Caim) risponde agli articoli usciti sul suo conto con azioni legali. Secondo il coordinatore del Caim, Davide Piccardo, nei media “c’è stata una costante distorsione della nostra identità”, causata dall’accostamento “ad alcuni movimenti”. Uno su tutti: i Fratelli musulmani. Piccardo, in un video messaggio  replica […]

caimIl Coordinamento della associazioni islamiche di Milano Monza e Brianza (Caim) risponde agli articoli usciti sul suo conto con azioni legali. Secondo il coordinatore del Caim, Davide Piccardo, nei media “c’è stata una costante distorsione della nostra identità”, causata dall’accostamento “ad alcuni movimenti”. Uno su tutti: i Fratelli musulmani. Piccardo, in un video messaggio  replica che il Coordinamento delle associazioni islamiche rivendica “la propria indipendenza da ogni movimento straniero e italiano”. Piccardo sottolinea che “il Caim ha come missione istituzionale ben chiara riunire la comunità islamica, costruire e mantenere un dialogo con le istituzioni e fornire servizi ai nostri aderenti. A questo si limita la nostra attività”. Sono dieci le lettere rivolte ai giornali per chiedere modifiche degli articoli, rettifiche o rimozioni degli articoli on line ed una querela per diffamazione. L’articolo finito sotto accusa, a firma del consigliere comunale Pdl Fabrizio De Pasquale, è uscito sulla testata on line Milano Post con il titolo “Fa niente che siano antisemiti. La sinistra vuol dare la moschea ai Fratelli musulmani”. Nell’articolo, Piccardo è definito “antisemita” e si dice che “il Caim, vicino ai fratelli musulmani, in passato ha ospitato predicatori che inneggiano al martirio, alla violenza, più volte segnalati dai servizi segreti di mezzo mondo come sostenitori del fondamentalismo islamico”. “Queste affermazioni – replica Piccardo a Redattore sociale – sono di una gravità inaudita, è estremamente offensiva l’accusa di antisemitismo. Per questo ho deciso, per tutelare il mio nome e quello della mia organizzazione, di querelare De Pasquale e ritengo che le sue scuse siano doverose, così come sarebbero opportune le sue dimissioni dal consiglio comunale”. (lb-RS)

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