Il pil torna negativo e Berlusconi baldanzoso, mentre parla delle sue “dimissioni responsabili ma non libere”.
Fra i lustrini di Cannes la Kidman apre il festival a ritmo di rumba, mentre il mare si chiude, cupo e silenzioso, sui corpi dei migranti annegati inseguendo una speranza. L’Europa continua ad ignorare l’appello italiano mentre cresce l’amarezza di una Nazione accogliente ma allo stremo, impotente di fronte alle bare pietose e strazianti, segno di un eccidio che ci interroga di continuo e da quasi venti anni.
Interviene il governo ed interviene il Papa, ma il canale di Sicilia resta una tomba liquida sotto il cielo e le rose rosse sulle bare non placano cuori in tumulto, che ricordano una tragedia senza fine, sciorinata fra lutti crescenti nei suoi singoli passaggi.
Sul problema dei viaggi in mare dei migranti Tripoli ha fatto sapere che se l’Unione europea non farà di più per sostenere la Libia il governo li aiuterà nel loro viaggio illegale ed il ministro dell’interno Saleh Maziq ha dichiarato: “L’assistenza dell’Unione Europea permetterebbe al Paese di fermare i migranti che arrivano illegalmente dalle nazioni sub sahariane, diretti in Europa”.
I nostri occhi reggono a fatica le immagini dei corpi che si abbracciano in mare, che scivolano velocemente, ma che interrogano per sempre le nostre coscienze.
In molti proviamo pietà e non siamo più disposti a tollerare i pochi che dicono di provare fastidio, perchè, com’è giusto, soffriamo, soffriamo per i bambini, le donne e gli uomini che muoiono perché perseguitati a causa di pregiudizi ed ideologie e della indifferenza di altre Nazioni che mostrano una stupidità crescente, divenuta ora autentica malvagità.
Secondo Frontex, agenzia europea per i migranti, dall’inizio dell’anno il fenomeno è aumentato dell’82%, con 25.650 arrivi in Sicilia e 660 in Puglia e Calabria, ma per far fronte al fenomeno ci sono sempre meno soldi e meno ancora se ne prevedono per il futuro.
“Per far fronte a questa emergenze, con la discussione del budget 2015, a marzo di quest’anno, avevamo chiesto la possibilità di avere una riserva di denaro extra budget, ma la Commissione Ue ce l’ha negata”, ha detto ai giornali Gil Arias Fernandez direttore di Frontex che ha anche aggiunto che di fronte a questa tragedia l’Italia non può essere lasciata sola.
Quanto poi alle proposte di Alfano e del governo italiano, presentando i dati raccolti dall’agenzia Ue sul controllo delle frontiere esterne dell’Unione nei primi mesi dell’anno, Arias ha poi ha sottolineato che non è compito di Frontex aiutare l’Italia nell’ accoglienza dei migranti poiché si tratta di uno strumento di rilevazione e controllo, non di gestione delle richieste di asilo. Sicché, anche in questo caso, riconoscimento e pilatesca lavata di mano.
Ancora una volta Amnesty International ha chiesto all’Ue e ai governi degli stati membri di agire in modo determinato per prevenire ulteriori perdite di vite umane nel Mediterraneo e proteggere i diritti umani di migranti e rifugiati e precisato, come avvenne dopo la tragedia di due anni fa a Lampedusa, che dovrebbero rivedere il modo in cui affrontano le questioni migratorie e avviare una valutazione circa l’impatto sui diritti umani delle attuali politiche destinate al contrasto dell’immigrazione irregolare. Conflitti, violazioni dei diritti umani, instabilità politica e una profonda ineguaglianza sono i fattori chiave che incoraggiano le persone a migrare o a fuggire da ogni parte del mondo. Le politiche migratorie restrittive, volte a impedire gli ingressi in Europa, non dissuadono le persone ma le obbligano unicamente a seguire rotte più rischiose e a mettersi nelle mani di contrabbandieri e trafficanti.
Il commissario europeo Cecilia Malmström dice che l’atteggiamento critico del governo italiano “fa morire nel cuore degli europei l’idea di Europa”, ma intanto, in attesa di capire le singole colpe o ragioni, il braccio di ferro continua e la Malstrom dichiara: “A marzo abbiamo scritto a Roma chiedendo cosa serviva e non ci hanno mai risposto”.
Il ministro degli esteri Federica Mogherini ha affrontato con i colleghi europei la questione dei naufragi nel Mediterraneo. “C’è consapevolezza che non è questione che riguarda solo l’Italia o solo i Paesi del sud del Mediterraneo” dice, aggiungendo che “è un dovere morale di tutti, in quanto esseri umani, farsi carico del fatto che non muoiano persone nel Mediterraneo”.
La stessa ministro ha aggiunto: “Spero che tutti sappiano e ricordino che la priorità di ogni essere umano è avere a cuore la salvezza degli altri esseri umani. Spero che non ce se ne ricordi soltanto quando ascoltiamo le parole di Papa Francesco, ma anche quando facciamo politica. E penso che gli italiani sappiano benissimo cosa viene prima e cosa viene dopo, anche in campagna elettorale”.
L’analisi del direttore del Cir Cristopher Hein porta a ritenere che non è “necessario neanche cambiare le regole, basta applicare quelle esistenti. Abbiamo il codice visti Schengen in cui è previsto che uno stato membro può rilasciare un visto per motivi umanitari o per obblighi internazionali e ha una validità solo per il paese che rilascia il visto. Su questo strumento non ci sono linee guida. C’è la totale discrezionalità, il che vuol dire che nei fatti lo strumento non viene utilizzato”.
Invece Oliviero Forti, responsabile immigrazione Caritas italiana, afferma che “Visto che neanche Mare Nostrum è sufficiente, c’è da capire qual è il dispositivo necessario da mettere in atto per salvare la vita a queste persone”. Una possibile strada da percorrere potrebbe essere quella dei “canali umanitari”, chiesti a gran voce da più parti. “Tuttavia, l’attivazione di questi canali non è poi così scontata, spiega Forti, perché non si tratta soltanto di burocrazia. Per attivare questi strumenti serve anche una volontà politica da parte dei paesi europei.
Nel frattempo, fra bracci di ferro immobili e domande che si intrecciano, le morti in mare continuano a ritmo incessante.
Carlo Di Stanislao
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