Riparte alla Camera l’iter della riforma della legge sulla cittadinanza (n. 91 del 1992). Subito dopo le elezioni per il Parlamento europeo, il 26 maggio, inizieranno le audizioni, in cui verranno ascoltati per primi i rappresentanti delle associazioni e della società civile, che in questi anni hanno animato la battaglia per l’introduzione anche nel nostro paese dello ius soli. Nel frattempo ci sono state due sedute di aggiornamento in cui è stata nominata la nuova relatrice per il Pd, Marilena Fabbri, che si occuperà di arrivare a una sintesi delle oltre 20 proposte di legge presentate dai diversi partiti, insieme alla collega Annagrazia Calabria di Forza Italia. Per Khalid Choauki, responsabile dell’intergruppo parlamentare sull’immigrazione, “i tempi sono maturi e la legge si farà entro l’anno”.
“Il paese è pronto e il Parlamento pure, sicuramente ce la faremo a portare a casa la riforma – sottolinea il deputato Pd – . Vogliamo che tutta la società civile sia parte della nuova legge per raggiungere una maggioranza più ampia possibile e non cedere a compromessi al ribasso”. L’obiettivo è arrivare in tempi rapidi al voto alla Camera, dopo aver ascoltato i rappresentanti della campagna L’Italia sono anch’io, la rete G2, i sindacati e la rete dei sindaci, che porteranno in aula le istanze del mondo dell’associazionismo. “Si dovrà poi verificare in Commissione Affari costituzionali se ci sono i margini per arrivare in poco tempo a una mediazioni ampia e condivisa al cento per cento. Altrimenti siamo determinati ad andare avanti con qualsiasi maggioranza voglia riconoscere i diritti dei nuovi italiani”.
Sul tappeto resta, infatti, il nodo del percorso scolastico, a cui vorrebbero legare il diritto di cittadinanza le forze di centrodestra, che parlano più propriamente di ius culturae. Mentre il Pd spinge per la sua proposta originaria: cittadinanza a chi nasce da genitori stranieri regolarmente residenti da cinque anni sul territorio italiano e per chi arriva in tenera età alla fine del primo ciclo scolastico (scuola elementare). “Noi non siamo per la pretesa di unbollino di integrabilità – sottolinea Chaouki -. C’è una condivisione della nostra proposta di Sel, Scelta civica e Movimento 5 stelle. E, inoltre, il fatto che il sottosegretario Del Rio sia stato uno degli animatori più attivi, da sindaco, della campagna L’Italia sono anch’io, ci fa ben sperare. La cifra di questo governo è quella delle riforme, ora è arrivato il momento di farne una che dia una risposta anche a una situazione che già esiste nel paese: perché i ragazzi che si iscrivono alla materna o alle scuole medie, nati qui da genitori stranieri, sono già italiani”. Chaouki spiega inoltre che dopo l’estate sarà rilanciata anche una campagna di informazione sul tema “contro la disinformazione imperante , vogliamo spiegare a tutti i cittadini che parliamo non di immigrati ma di ragazzi in tutto e per tutto italiani”. (ec-RS)
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