La canonizzazione di Giovanni XXIII e di Giovanni Paolo II è stato un evento storico per la chiesa, seguito da un milione di persone presenti a piazza San Pietro e con imponenti riflessi mediatici in tutto il mondo. L’evento è stato vissuto intensamente anche a Manoppello, in quanto moltissimi dei pellegrini giunti in Italia hanno colto l’occasione per visitare anche altri santuari, tra questi il Volto Santo, che è stato letteralmente invaso da gruppi provenienti soprattutto dalla Polonia, ma anche da altri paesi, come Stati Uniti, Ungheria, Germania, Austria, Spagna, Lituania, Filippine. Mi piace qui riferire su quelle giornate al Santuario.
I padri cappuccini hanno cercato il più possibile di evitare concentrazioni di gruppi organizzati, almeno per quelli che avevano contattato il Santuario per prenotare le messe, per orientare una distribuzione delle visite ripartite tra i giorni immediatamente precedenti il 27 aprile e i giorni successivi la canonizzazione. Dal 24 aprile al primo maggio sono stati registrati quasi cinquecento pullman, ai quali va aggiunto un numero indeterminabile di auto, furgoni e moto. La piccola basilica è stata invasa da pellegrini che hanno pazientemente atteso in fila di poter incontrare il Volto Santo e seguire le messe che senza pause si sono succedute nella giornata.
Abbiamo visto migliaia di pellegrini provenienti da paesi diversi accomunati da una sentita partecipazione alle Messe, a prescindere dalla lingua in cui erano celebrate. Per i tanti gruppi accompagnati da sacerdoti è stata messa a disposizione per le messe anche la sala San Damiano attigua al Santuario. I pellegrini sono stati in prevalenza polacchi, venuti in Italia in massa per seguire la canonizzazione di Giovanni Paolo II, un papa peraltro amato e ricordato ben oltre i confini della sua Polonia. Come non ricordare il levarsi dalla folla di piazza San Pietro, all’indomani della sua morte, levare la richiesta che fosse proclamato “santo subito”!
Osservando le tante persone emozionate e sorprese di trovarsi innanzi al Volto Santo, mi è tornato alla mente il messaggio profetico di Giovanni Paolo II alla chiusura del grande Giubileo del 2000, che aveva – con la sua lettera apostolica Novo Millennio Ineunte – esortato i fedeli a “cercare il Volto di Cristo”. Non una semplice invito, ma il risultato di una esperienza di fede lunga una vita: “La nostra testimonianza sarebbe insopportabilmente povera, se noi per primi non fossimo contemplatori del suo volto”.
Tra l’altro il grande papa polacco sapeva del Volto Santo ed era legato alle montagne abruzzesi, spesso raggiunte per escursioni e passeggiate informali. Un centinaio di volte, scriverà dopo la sua morte il cardinale Stanislaw Dziwisz, già suo segretario, nel libro “Una vita con Karol”. Qualche anno fa si erano diffuse voci locali secondo cui il papa, che era informato delle ricerche di p. Heinrich Pfeiffer, potrebbe aver visitato di nascosto anche il Santuario di Manoppello, in un giorno feriale, quando la chiesa era deserta. Era da lui. Così fece ad esempio nella piccola chiesa di San Pietro alla Ienca, che si erge solitaria sulle montagne del Gran Sasso, sul versante dell’Aquila, dove il papa fu riconosciuto da un incredulo pastore che stava pascolando il suo gregge.
In Italia, al termine della solenne celebrazione di piazza San Pietro, il canale televisivo Focus trasmetteva nuovamente il bel film-documentario “Alla ricerca del Volto di Cristo”, già messo in onda nella Pasqua 2013 da History Channel America latina, con il titolo “En busca del rostro de Jesus”. E molti pellegrini italiani si sono uniti a quelli stranieri sulla strada di Manoppello. Nel tardo pomeriggio di domenica 27 aprile, si è svolta nel Santuario una solenne messa ecumenica di ringraziamento per la canonizzazione dei due papi, in italiano, latino e polacco, con i primi gruppi di polacchi rientranti da Roma.
“Il Volto Santo è una reliquia considerata importantissima in Polonia”, mi spiega Evelina Kupidlo, giovane guida polacca in attesa di poter entrare in chiesa dopo essere scesa da un pullman, come altri inneggiante a san Giovanni Paolo II, con foto e locandine attaccate ai vetri. E’ già stata diverse volte a Manoppello e si meraviglia della mia domanda sulla notorietà del Volto Santo e mi chiede: “Ma perché non così anche in Italia ?”. In Polonia è conosciuto quanto la Sindone di Torino. Va anche ricordato che il 14 giugno dello scorso anno il Santuario fu visitato anche da Lech Walesa, leader di Solidarnosc nella storica stagione che portò all’indipendenza della Polonia. Paese che per questo deve molto a Giovanni Paolo II.
Nella chiesa e nella piazza antistante il Santuario si incontrano gruppi diversi, si salutano, scambiano opinioni, scattano foto. C’è entusiasmo. Molti sono giovani e non sembrano avvertire la stanchezza. Diversi sono i gruppi che portano fazzoletti al collo che ricordano la canonizzazione dei due papi. Vengono aiutati disabili ad avvinarsi all’altare. Tra i pellegrinaggi merita una segnalazione quello dei seminaristi spagnoli provenienti da Oviedo. Per loro inevitabile il confronto tra il Volto Santo e per il misterioso fazzoletto intriso di sangue, che sarebbe appartenuto a Gesù, custodito nella cattedrale San Salvador della loro città.
Tra i pellegrinaggi provenienti dagli Stati Uniti, ho incontrato un gruppo della Lousiana, guidato da don Stanley Klores, parroco della chiesa di St. Patrick di New Orleans e da don Luke Melcher, di Alexandria. Quest’ultimo mi ha detto di aver conosciuto il Volto Santo in occasione della visita di Benedetto XVI il primo settembre 2006 e che questa era la seconda volta che ritornava a Manoppello. Quando Fr. Luke mi ha chiesto per quale motivo gli facessi queste domande, gli ho risposto che avrei probabilmente scritto un articolo per Holy Face of Manoppello, blog di riferimento dei devoti americani. Mi è sembrato sorpreso, dicendomi comunque che conosceva il blog. Negli USA è crescente l’interesse per il Volto Santo a seguito della pubblicazione di vari saggi, della messa in onda di documentari e servizi televisivi, e della mostra “The Face of Jesus”, curata da un team guidato da Raffaella Zardoni ed esposta presso il Manhattan Center di New York dak 17 al 19 gennaio scorso.
Al gruppo si è unito anche don Anthony Denton, originario di Melbourne, attualmente rettore della Domus Australia, nuovo centro di accoglienza in Roma per i pellegrini provenienti dall’Australia, inaugurato da Benedetto XVI nell’ottobre 20 ottobre 2011, alla presenza del cardinale di Sidney, Georg Pell. Nello stesso momento sr. Blandina spiega le caratteristiche del Volto Santo ad un gruppo austriaco, che faticosamente riesce a raggiungere i locali della mostra.
I pochi padri cappuccini hanno accolto quotidianamente migliaia di persone, con la collaborazione umile e preziosa delle suore presenti a Manoppello, appartenenti a vari ordini religiosi e nazionalità diverse. Straordinaria l’accoglienza delle giovani suore polacche nei confronti di migliaia di loro connazionali. Abbiamo visto commozione e abbracci con molti pellegrini, che cercavano di ritardare il più possibile la partenza. Tutti vogliono portare con sé un’immagine del Volto Santo. Per una settimana è ritornato dall’Umbria anche p. Czesław Gadacz, il cappuccino polacco, che ha lasciato un ottimo ricordo a Manoppello.
Antonio Bini
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