In Regione Abruzzo anche il Pd è primo con il 32,4% (218.529 voti). I grillini conquistano il 29,7% (200.699 preferenze) e Forza Italia al 18,7% (126.144 preferenze).
Il Nuovo Centrodestra – Unione di Centro è al 5,4% (36.497 voti) e Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale al 4,6% con 31.397 preferenze.
L’altra Europa con Tsipras conquista il 4,3% (29.254 voti), Lega Nord-Die Freiheitlichen-Basta Euro 1,5% (10.075 voti), Italia dei Valori 1,4% (8.723 voti), Scelta Europea 1,1% (7.458 voti), Verdi europei-Green Italia 0,6% (4.199 voti), Io cambio – Maie 0,3% (1.793 voti).
A L’Aquila alle Elezioni di ieri hanno votato 34.034 elettori per il rinnovo del Parlamento europeo su 59.177 aventi diritto, pari al 57,51%, mentre per la consultazione riguardante il presidente e il Consiglio della Regione Abruzzo, hanno votato 33.938 elettori su 60.392 aventi diritto, pari al 56,20%.
Forte del consenso avuto dal Pd alle europee, Luciano D’Alfonso, uno dei quattro candidati presidenti alla Regione Abruzzo, pensa di poterla spuntare sui suoi tre antagonisti, Gianni Chiodi, governatore uscente del centrodestra, Sara Marcozzi, candidato per il Movimento 5 Stelle, e Maurizio Acerbo, presentatosi con la lista “Un’altra Regione con Acerbo”. Quest’ultimo, in particolare, leader di Rifondazione comunista in Abruzzo, consigliere regionale uscente, ha avuto il sostegno di esponenti di vari movimenti civici ed ambientalisti. Gianni Chiodi, dunque ci riprova. Cinquantatre’ anni, commercialista, e’ alla testa di 4 liste: Forza Italia, Fratelli d’Italia-Aleanza Nazionale, Nuovo Centrodestra e la civica ‘Abruzzo Futuro Chiodi presidente’. Entrato in politica nel 2004 come sindaco di Teramo, sua citta’ natale, dal 2008 e’ presidente della Regione. Il 2008 fu l’anno della caduta dell’ex presidente Ottaviano Del Turco (centrosinistra) che si dimise a seguito dell’arresto su presunte tangenti nell’ambito della sanita’ privata. In primo grado e’ stato condannato a 9 anni e sei mesi di reclusione. Ma lo stesso anno segna anche la debacle di D’Alfonso, finito anch’egli, quando era sindaco di Pescara, in diverse inchieste dalle quali, tuttavia, e’ sempre uscito tra proscioglimenti e assoluzioni. Ha in piedi ancora due procedimenti che devono passare al vaglio dei giudici di primo grado. Quarantanove anni, D’Alfonso, laurea in scienze politiche e filosofia, e’ funzionario dell’Anas. Giovanissimo, nel 1995 viene eletto presidente della Provincia di Pescara, nel 2000 consigliere regionale con i Popolari poi, dal 2003, sindaco di Pescara per due mandati. Sara Marcozzi e’ attivista grillina da un paio di anni. Trentasei anni, e’ un avvocato esperta di diritto civile. La sua e’ stata una campagna elettorale incisiva ma sobria, lontana dai ‘vaffa’ del suo leader. E, infine, Maurizio Acerbo. Quarantanove anni, e’ stato segretario regionale di Rifondazione fino al 2006, quando e’ entrato alla Camera dei Deputati. Nel 2008 e’ stata eletto consigliere regionale. Con D’Alfonso ha avuto una spaccatura profonda sin dall’inizio. Proprio per i trascorsi giudiziari dell’ex sindaco e dei provvedimenti ancora in piedi, infatti, ha sventolato sempre la bandiera del rinnovamento e dell’etica nella politica, decidendo, cosi’, di andare da solo. Rifondazione a parte, Luciano D’Alfonso, oltre al Pd, puo’ contare su altre sette liste di appoggio: Abruzzo Civico, Regione Facile, Valore Abruzzo, Partito Socialista Italiano, Centro Democratico, Italia dei Valori e Sel.
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