Adozioni in Congo: Preoccupazione per le famiglie ancora in attesa

Bene l’arrivo in Italia dei bambini adottati in Congo da 24 famiglie italiane, ma non vanno dimenticate le altre sette famiglie, che come quelle giunte oggi a Ciampino, erano nella lista del governo congolese per lasciare il paese, né le altre 150 che hanno una sentenza passata in giudicato. Hanno anche loro il diritto di […]

congoBene l’arrivo in Italia dei bambini adottati in Congo da 24 famiglie italiane, ma non vanno dimenticate le altre sette famiglie, che come quelle giunte oggi a Ciampino, erano nella lista del governo congolese per lasciare il paese, né le altre 150 che hanno una sentenza passata in giudicato. Hanno anche loro il diritto di abbracciare i propri figli adottivi”. A sottolinearlo è Marco Griffini, presidente dell’associazione A.i.bi. amici dei bambini, che chiede al governo italiano di riprendere subito le trattative diplomatiche con lo stato africano.

In particolare, a preoccupare è una notizia diffusa questa notte dal dipartimento di Stato degli Stati Uniti, che riporta un documento della direzione generale congolese della migrazione (Dgm), dove si  informano i membri dei corpi diplomatici che al di là di quelli che in questi giorni hanno ricevuto il permesso di uscita dal Paese africano, tutti gli altri bambini adottati da cittadini stranieri non riceveranno analoga autorizzazione finché non entrerà in vigore una nuova legge sulle adozioni internazionali. “Questa è una doccia fredda, perché i tempi sono incerti e sicuramente si allungano – continua Griffini –. La notizia ha gettato nello sconforto le 150 famiglie italiane che sono in attesa di completare il loro iter adottivo in Congo e che ora si vedono costrette ad attendere a tempo indeterminato la possibilità di accogliere i loro figli, anche perché la decisione del Dgm sembra essere retroattiva. Quello che ci auguriamo è che si decida di salvare il pregresso, cioè di mantenere quanto deciso con la vecchia legge”.

L’importante, secondo l’Aibi, è che la macchina della diplomazia si rimetta in moto subito. “Bisogna fare in fretta – aggiunge il presidente dell’associazione – perché la felice soluzione del caso dei 31 bambini giunti oggi in Italia non risolve del tutto la situazione delle adozioni nella repubblica democratica del Congo.” Griffini ricorda, tra l’altro, che nel paese i bambini che vivono in condizioni di abbandono sono tantissimi, quasi quattro milioni e mezzo. “E’ importante che nel paese ci sia una nuova legge – aggiunge – ma non deve danneggiare chi ha già una sentenza di adozione”. Il blocco delle adozioni era stato determinato da presunte irregolarità rilevate dal governo congolese nelle adozioni da parte di cittadini stranieri, in particolare a far scattare lo stop, è stato il caso dell’adozione da parte di una coppia omosessuale canadese. Il paese aveva poi dato il via libera a 55 famiglie straniere di tornare a casa con i bambini adottati. Tra queste 31 sono le famiglie italiane, di cui 24 arrivate oggi in Italia, e altre 7 sono in attesa di lasciare il paese con i minori. Più lunghi saranno invece i tempi per le famiglie italiane che hanno la sentenza di adozione passata in giudicato, ma non hanno ancora terminato tutto l’iter adottivo. (ec)

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