La vicenda del vaccino made in Italy anti aids continua a suscitare interrogativi. Dopo l’inchiesta del mensile Altreconomia (“Aids dov’è il vaccino”) e l’interrogazione parlamentare di Emilia Grazia De Biasi, presidente della commissione Sanità al Senato, è Vittorio Agnoletto, ex europarlamentare ed ex presidente della Lila nonché autore di un libro sull’argomento nel 2012, a tornare all’attacco. E lo fa con una lettera aperta, rivolta al Presidente dell’istituto superiore di sanità (Iss), al quale pone 10 domande sull’uso dei fondi stanziati (49 milioni), sui risultati delle ricerche effettuate e sulla correttezza delle cessione dei brevetti del vaccino a una società privata.
In particolare Vittorio Agnoletto chiede se è vero che “a 16 anni dall’avvio della sperimentazione per il vaccino preventivo contro l’Aids tutto è fermo senza alcun risultato significativo? Ed allora perché si sono susseguiti per tutti questi lunghi anni dichiarazioni che annunciavano mirabolanti successi?”. Inoltre “come mai l’Iss ha deciso di attribuire gratuitamente per 18 mesi l’opzione esclusiva a tutta la famiglia dei brevetti TAT alla Vaxxit senza nemmeno stabilire prima un accordo economico sugli eventuali benefici derivanti dal loro utilizzo?” e “Com’è possibile che l’Iss non individui alcun conflitto d’interesse a suo danno nel fatto che il 70% delle quote della società Vaxxit faccia capo alla dottoressa Barbara Ensoli, dipendente dell’Iss stesso, mentre il restante 30% alla “3I Consulting Srl”, azienda che vede come amministratore unico Giovan Battista Cozzone, un esperto di brevetti (molto vicino alla dott.ssa Ensoli) che dal maggio del 2009 ha ricoperto l’incarico quadriennale di consulente per conto (e perciò nell’interesse) dell’Istituto superiore di sanità in materia di ‘trasferimento tecnologico’ ?”.
La storia del vaccino italiano anti aids inizia ben sedici anni fa, quando viene annunciato l’avvio della sperimentazione di un antidoto alla “malattia del secolo”, che ancora oggi colpisce nel mondo 35,3 milioni di persone (in Italia 94.146). Secondo una stima del mensile Altreconomia, che ha condotto un’inchiesta sulla vicenda pubblicata sul numero di maggio 2014, sono stati stanziati finora 49 milioni di euro di soldi pubblici. E di risultati se ne sono visti ben pochi. Con un epilogo che non è proprio esaltante: quel poco che si è scoperto è ora in mano a privati. (dp)
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