La grande fiera del Campionato Mondiale di calcio 2014 è partita è, fra pochi giorni, tutti parleremo di tattiche e risultati, tutti trasformati in tecnici ed esperti con le formule in tasca ed un nuovo argomento di discussione: il Goal-Line, sistema che si propone di scongiurare definitivamente errori nel determinare l’assegnazione di un goal, composto da 14 telecamere, 7 delle quali saranno puntate verso ciascuna delle porte.
Fra pochi giorni, insomma, ci dimenticheremo della disoccupazione, del pil che non cresce e della crescita, invece, del gap infrastrutturale, della corruzione che non recede e della politica che parla spesso e fa molto poco per cambiare; mentre ci produrremo in dibattiti sulle formazioni, vaticini sui risultati e meraviglie su ciò che può fare la tecnologia, pensando, commossi, all’esoscheletro progettato da Miguel Nicolelis, Gordon Chenged un team di ricercatori francesi, indossato nella cerimonia di apertura da un ragazzo brasiliano paraplegico, che mostrerà come si possa oggi garantire capacità motorie fluide ed umane tramite un complesso sistema idraulico ed un elmetto in grado di rilevare le onde cerebrali ed inviare i comandi agli arti meccanici.
Un vero e proprio prodigio, che occorrerebbe anche dentro alle cose “paralizzate” del nostro Paese, con la magistratura che si difende dall’emendamento della Lega alla legge comunitaria che introduce la responsabilità civile dei magistrati, il governo battuto per sette voti e il presidente della Repubblica Napolitano che ribadisce che: “la tutela dell’indipendenza assicurata al giudice dagli ordinamenti non rappresenta un mero privilegio”, mentre il vicepresidente del Csm Vietti parla i preoccupato, di “magistratura a rischio indipendenza”; come se attuando l’impunità ad un medico questo potesse operare con maggiore efficacia e libertà.
Renzi, da Pechino, minimizza e parla di “una tempesta in un bicchiere d’acqua”, ma deve anche vederserla con un rinato disenso, manovrato, pare, dal mai placato Civati, che, commentando la cacciata di Chiti e Minneo “un fatto molto grave dal punto di vista dei rapporti interni del partito e del gruppo” ed in più “un errore politico perché la sostituzione dei due senatori non impedisce che le contraddizioni si manifestino poi in aula, cioè quando si andrà davvero a votare la riforma del Senato”.
Tredici senatori la pensano come lui e si sono autosospesi dal partito con Corsini che ha definito la vicenda Chiti-Minneo una “epurazione” e Casson che ha parla di “metodi militari”, mentre in molti dicono è è proprio questo il “renzismo”.
“E’ stupefacente che Mineo parli di epurazione. Un partito non è un taxi che uno prende per farsi eleggere…”. E poi “il Pd è davanti a un bivio, non ho preso il 41% per lasciare il futuro del Paese a Mineo…”, ha detto Renzi che snocciola ai suoi in pillole quello che sarà il leitmotiv della relazione che terrà all’assemblea nazionale del Pd sabato, all’Ergife a Roma, con dietro di lui, sul palco, un enorme 40,8 per cento a far da sfondo, il risultato delle europee, sbattuto in faccia a chi ostacola il cammino delle riforme, del governo e cioè sue.
In molti scrivono, prima di essere distratti dai mondiali, che la cacciata di Minneo gli serve per preparare l’incontro della settimana prossima (probabilmente lunedì o martedì) con Berlusconi, per far passare il messaggio di aver messo a posto il Pd, per lo meno in prima commissione, di aver spianato la strada alla riforma del Senato.
Gli serve per dire all’ex Cavaliere che, alle brutte, se Forza Italia dovesse tirarsi indietro, si andrà avanti a maggioranza in commissione. Perché, dicono dal Pd, regge il patto con i centristi di Pierferdinando Casini che, non a caso, solo 24 ore prima dell’operazione Mineo, ha estirpato dalla commissione l’altro ostacolo delle riforme, il Popolare Mario Mauro. E inoltre, continuano le stesse fonti Dem, arrivano segnali incoraggianti dalla Lega. Insomma, oltre che spianare la strada alle riforme, Renzi sta tentando di fare terra bruciata intorno a Berlusconi.
Stamane alla Camera sono arrivati tutti i senatori, per la seduta comune con i deputati sull’elezione del giudice di Corte Costituzionale (fumata nera). Ed è stata l’occasione per scambiare chiacchiere e impressioni, dopo la notte buia del caso Mineo. A quanto si capisce, la minaccia del voto anticipato ha già attecchito a Palazzo Madama, dove si è diffuso il timore che gli autosospesi formino un gruppo autonomo, fuori dal Pd.
Tatticismi, pronostici e cabale: proprio come nel calcio.
Non essendo più appassionato di calcio e non appassionandomi più alla politica, con la residua passione del cinema e la voglia sempre meno rintuzzata di lasciare il Paese, mi preparo, fra pochi giorni, il 16, a lasciarmi ispirare dal “Journey to Jah-Viaggio nel Reggae, un tuffo nella cultura Rastafari ed un percorso spiritualeverso il dio Jah, compiuto dal tedesco Gentleman e dall’italiano Alborosie, al secolo Albero D’Ascola, che a soli 14 anni è diventato una figura autorevole della cultura reggae, a capo della band Reggae National Tickets, sfuggito da tempo alle logiche di una politica che funziona come il calcio ed inseguono un modo in cui l’armonia regna con i principi della giustizia di re Salomone.
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