L’appartamento di via Margutta occupato da Fiorito torna disponibile

L’appartamento di via Margutta 51 a Roma, occupato fino allo scorso anno da Franco Fiorito, ex capogruppo del Pdl alla Regione Lazio coinvolto nello scandalo per la gestione dei fondi del gruppo, torna nelle disponibilità dell’Ipab Sant’Alessio: “Dopo gli scandali e il sequestro diventa il simbolo della ripartenza”. Così Amedeo Piva, presidente del Centro regionale Ipab […]

franco fioritoL’appartamento di via Margutta 51 a Roma, occupato fino allo scorso anno da Franco Fiorito, ex capogruppo del Pdl alla Regione Lazio coinvolto nello scandalo per la gestione dei fondi del gruppo, torna nelle disponibilità dell’Ipab Sant’Alessio: “Dopo gli scandali e il sequestro diventa il simbolo della ripartenza”. Così Amedeo Piva, presidente del Centro regionale Ipab Sant’Alessio Margherita di Savoia, annuncia il nuovo avviso pubblico di disponibilità dell’appartamento di oltre 200 metri quadri a due passi da Piazza di Spagna che fino allo scorso anno è stato al centro delle polemiche che hanno paragonato la vecchia gestione dell’Ipab romana alle vicende del Pio Alberto Trivulzio di Milano. “Fiorito è stato sfrattato per morosità lo scorso anno – spiega Piva -. Poi l’appartamento è stato sequestrato per dei lavori abusivi realizzati nella struttura e ora è stato riconsegnato al Sant’Alessio”.

Sul sito internet della struttura è disponibile l’avviso pubblico. Si tratta di un appartamento situato in una cornice unica che negli anni ha incantato anche registi e artisti di fama mondiale, da Federico Fellini a Giorgio De Chirico. Oltre 200 metri quadri (217,16 per l’esattezza) per cui il Sant’Alessio chiede un minimo di base d’asta di 6.530 euro al mese. Alto il valore dell’immobile e non solo dal punto di vista economico. Il Sant’Alessio, infatti, è proprietario di gran parte della struttura in via Margotta, 51. “Sono immobili regalati da un commerciante d’arte e pittore, Roberto Rasinelli, all’inizio del secolo scorso – ha spiegato Piva -. Regalati ai ciechi, con questo grande gesto che legava l’arte alla solidarietà”. Ed è proprio questo l’obiettivo del Sant’Alessio in una delle cornici più suggestive della capitale. “Il Sant’Alessio vuole dare un messaggio alla città – ha affermato Piva -: arte, artigianato e solidarietà. Il Sant’Alessio sta rivitalizzando gli studi che sono lì. Sono state fatte delle iniziative, come la mostra di fotografia sui sordo-ciechi, ma non solo. Prossimamente ci saranno altri eventi”.

Davanti al palazzo di via Margutta, però, continuano a campeggiare i ponteggi che lo stesso Piva aveva criticato non appena insediato alla presidenza dell’Ipab. Un’impalcatura fissa da 15 anni, con tutti i segni dell’usura guadagnati nel tempo, su cui il Sant’Alessio paga anche un affitto. “Sull’impalcatura stiamo lavorando – ha detto Piva -. Metteremo a bando anche quegli spazi. È una cosa più consistente e abbiamo bisogno di un po’ di tempo in più”. Per Piva, però, la rivoluzione in nome della trasparenza annunciata lo scorso anno è ormai un processo avviato e irreversibile. “Nel luglio scorso è stato approvato un regolamento al Sant’Alessio che dà la massima trasparenza nell’applicare l’affitto – ha detto Piva -. Ogni volta procediamo con un avviso pubblico e i canoni vengono fissati dall’agenzia delle entrate. Una trasparenza totale per cominciare a legare il Sant’Alessio alla solidarietà non solo in via Margutta, ma anche nelle attività che sta facendo nel servizio ai ciechi e per le persone disabilità”.(ga -RS)

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