Le anomalie dei Qip oggi sono state messe nero su bianco, con nomi e cognomi, e non serve che ci siano apposte le firme di chi le ha rilevate per assumere i provvedimenti annunciati dal Presidente, posto che dei fatti in evidenza su Abruzzoweb “gli interessati” non fossero già al corrente: difficile per Confindustria ignorare il nome delle mogli dei suoi dirigenti quali beneficiarie del finanziamenti a fondo perduto, provenienti dalle donazioni dei lavoratori di tutt’Italia e dalle sigle sindacali nazionali.
Da tempo gli imprenditori rilevano incongruenze rispetto alla gestione dei Qip e pare che qualcuno non abbia partecipato al bando proprio ritenendo poco chiaro quel canale speciale riservato a chi aveva già beneficiato dei fondi: il fatto è stato anche rappresentato, ma senza alcuna risposta, solo silenzio.
Ci viene riferito anche che i parametri della valutazione sono stati cambiati in corsa, cioè modificati al momento della selezione (la seconda): praticamente i partecipanti si sono attenuti ai criteri del bando, ma poi si sono visti selezionati in base ad altri decisi dopo. Anche di questo “gli interessati” non saranno all’oscuro, avendo loro vigilato (quando non provveduto) sulla selezione.
Abbiamo partecipato anche noi al bando Qip, e non senza un motivo… Neanche a dirlo, e ne eravamo certi, siamo stati esclusi: con ben 81 punti o giù di lì. Abbiamo taciuto per non far deragliare un facilmente prevedibile dibattito pubblico sulla gestione: i nostri rilievi sarebbero stati spacciati come personalismi e avremmo riscritto per la seconda volta una pagina già letta.
Ma veniamo al punto. Adesso attendiamo i provvedimenti promessi dal presidente: ci aspettiamo misure correttive e provvedimenti che siano guidati dal senso di opportunità e di etica, per i quali non servono i processi né i magistrati. Se invece la questione sarà affrontata subordinando qualsiasi provvedimento annunciato all’esistenza di una fattispecie di reato, significa che si vuole scegliere la strada terzomondista, quella nella quale ci si arrotola alla ricerca della figura di reato (che puntualmente non si ravvisa) e che colloca i rapporti di relazione al di sopra del tutto.
Un atteggiamento vituperato proprio da chi oggi rappresenta gli imprenditori e che, con argomenti come questi, ci si è fatto la campagna elettorale.
Il discorso fa il paio con quanto è accaduto a Metafin srl: è stata espulsa da Confindustria L’Aquila per aver chiesto chiarimenti sulla sua gestione economica e con lo scopo di documentarsi sulla collocazione dei fondi sisma che, con l’occasione lo precisiamo, sono tre: Ocse (quello dei Qip e molto altro ancora), “Ricostruiamo la Sede” e “Conto ricostruzione”.
Possiamo solo immaginare che il motivo sia questo, visto che ad oggi se ne ignora uno chiaro, che espliciti il vago “pregiudizio morale ed economico” che il provvedimento imputa alla Società Metafin. I verbali dell’espulsione non sono stati resi disponibili, pur stante la richiesta ufficiale, come non sono stati resi disponibili gli altri documenti di cui si è chiesto copia: si sa solo che il consiglio direttivo che ha votato la delibera è stato organizzato fuori sede, ad Avezzano, e che ha chiesto la votazione a scrutinio segreto. Una circostanza rara, forse eccezionale almeno quanto l’espulsione.
Come imprenditori, ci pare che i tempi siano maturi per la nomina di un direttore che sia “terzo” rispetto al tutto. In Confindustria si è sempre proceduto con bando e selezione, e gli imprenditori hanno il diritto di conservare la prassi. Lo si faccia anche ora: il direttore in carica va in pensione a luglio, ed è doveroso sostituirlo con una figura che non abbia avuto ruoli né parti nelle vicende pregresse, giuste o sbagliate che siano: la chiarezza e la trasparenza sui fondi sisma risulta garantita solo da chi è a questi estraneo, nel bene e nel male. Sarà solo edificante ricevere la certezza che tutto è in regola. La nomina per meriti e competenze va conservata gelosamente, mentre va rigettata la “successione” per ereditarietà, pratica anche questa ritenuta incivile in argomento di poltrone politiche dagli stessi della campagna elettorale di cui sopra. In un’Associazione di categoria devono permanere la chiarezza e la serietà che ne hanno contraddistinto l’attività di sempre: è proprio questo il punto da tenere fermo, soprattutto all’Aquila e soprattutto nella fase della Ricostruzione. O e’ lesa maestà?
Maria Paola Iannella
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