Crisi: sfilati 290,4 mld di euro in 11 anni dalle tasche delle famiglie

Il crollo dei consumi e le sofferenze economiche degli italiani, che ha colpito anche il ceto medio ed i redditi che potevano essere definiti dei “benestanti” nel 2001,è dimostrato inconfutabilmente dallo studio Adusbef sulla capacità di spesa (Cds), pari in Italia a 119 nel 2001,tra le più elevate dei paesi europei superata da Inghilterra (120); […]

crisi00Il crollo dei consumi e le sofferenze economiche degli italiani, che ha colpito anche il ceto medio ed i redditi che potevano essere definiti dei “benestanti” nel 2001,è dimostrato inconfutabilmente dallo studio Adusbef sulla capacità di spesa (Cds), pari in Italia a 119 nel 2001,tra le più elevate dei paesi europei superata da Inghilterra (120); Svezia (123); Belgio (124); Austria (126); Danimarca (128); Olanda ed Irlanda (134); Lussemburgo (235); più elevata di Francia; Germania e Finlandia (116). Nel 2012, l’Italia (-16,8%) guida la classifica negativa della capacità di spesa (Cds) ridotta di 20 punti ed attestata a 99; al secondo posto la Grecia (-13,8% la Cds che passa da 87 a 75); al terzo il Regno Unito (-8,3% con la Cds a 110; al quarto il Portogallo – 7,4% che si attesta a 75; al quinto la Francia -6,9% con la Cds a 108; al sesto il Belgio a 119; mentre Austria (131); Germania (122); Svezia (129) e Lussemburgo (272) aumentano la capacità di spesa.

La capacità di spesa misurata da Eurostat nel 2013, che traduce il PIL di ciascun paese UE parametrando la ricchezza prodotta al livello dei prezzi, fa retrocedere l’Italia sotto la media della UE (28) collocandola nel 2013, a 98 (eravamo a 100 l’anno prima). Continuano a scendere anche Francia, Gran Bretagna e Spagna, mentre la Germania è l’unico paese in crescita ( da 123 a 124).Dei 5 paesi considerati, l’Italia è quella che – in 11 anni, dal 2002 al 2013 – ha visto diminuire maggiormente la sua Capacità di spesa (- 13,3 %), seguita dalla Gran Bretagna (-13,1), dalla Francia (- 6,9%) e dalla Spagna (-5,9%). Continua invece a crescere la Germania (+7,8%). Complessivamente scende anche la Zona euro (18) (-2,7 %).

In altri termini, fatta pari a 100 la ns. Capacità di spesa, abbiamo la Spagna a 96,9, la contro media dell’ UE(28) a 102; la Gran Bretagna a 108,2 ; la Francia a 110,2 (come la Zona Euro), la Germania a 126,5. La capacità di spesa di un Tedesco, quindi, risulta del 26,5 % superiore a quella di un Italiano; quella di un Francese superiore di oltre il 10 %, mentre quello di uno Spagnolo è più bassa del 3,1 % rispetto alla nostra.

L’effetto trascinamento del cambio lira-euro entrato in vigore dal 1.1.2002 (1.000 lire= 1 euro), con lo sciagurato tasso di cambio fissato a 1.936,27 lire ad euro (invece di un giusto tasso di 1.300 lire max per 1 euro), ha svuotato le tasche delle famiglie italiane, al ritmo di 1.100 euro l’anno di rincari speculativi, per un conto finale di 12.100 euro pro-capite negli ultimi 11 anni. Dall’ingresso nell’ euro infatti, si è registrata una perdita del potere di acquisto, che anche le statistiche ufficiali sono costrette a riconoscere, pari a 12.100 euro per ogni famiglia (24 milioni), con un trasferimento di ricchezza stimato in 290,4 miliardi di euro, dalle tasche dei consumatori a quelle di coloro che hanno avuto la possibilità di determinare prezzi e tariffe, al riparo dai dovuti controlli delle inutili, forse contigue, autorità di settore.

L’euro ha rappresentato la più grande rapina del secolo, che ha impoverito grandi masse di lavoratori e pensionati, artigiani, piccoli imprenditori, partite Iva, per arricchire banchieri, eurocrati, manutengoli del potere economico, pronti ad addossare i costi delle crisi ai più poveri. Adusbef e Federconsumatori chiedono di rinegoziare i Trattati europei ed i diktat della Troika e della Germania, per contrastare la ghigliottina del Fiscal Compact e pareggio di bilancio, superando politiche economiche suicide imposte dall’Eurocrazia, per avere la speranza di una ripresa economica dell’Italia e dei paesi del sud Europa.

Anno 2013 PIL di alcuni paesi UE ed extra UE  tradotto in Capacità di spesa (PPS)

Dati Eurostat pubblicati il 19-6-2014. Elaborazioni dr. Mauro Novelli (Segr. Naz.Adusbef)

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Possiamo rapportare questi nuovi equilibri 2013 al prezzo di benzina e gasolio vigenti all’interno dei 5 paesi considerati (rilevazione del 30-6-2014 di energy.eu).

Le tabelle che seguono informano del prezzo che benzina e gasolio dovrebbero avere nei vari paesi perché gli automobilisti tedeschi, francesi, inglesi e spagnoli sopportino un peso finanziario pari a quello che sopporta un italiano che si rifornisce alla pompa (Colonna 4). In particolare, alla luce della relativa Capacità di spesa e del prezzo vigente, un litro di benzina dovrebbe costare in Francia 2,004 euro, in Germania 2,301 ecc. Il gasolio dovrebbe costare 1,871euro in Francia, 2,147 in Germania ecc.

All’inverso, le colonne 7 delle due tabelle riportano il prezzo che benzina e gasolio dovrebbero avere in Italia perché l’automobilista italiano affronti lo stesso impegno finanziario di un automobilista degli altri 4 paesi. Tenuto conto della rispettiva Capacità di spesa, per paragonarsi al francese, in Italia la benzina dovrebbe costare 1,386 euro; per paragonarsi al tedesco dovrebbe costare 1,312 euro ecc. Il gasolio dovrebbe costare in Italia 1,184 euro per paragonarsi all’esborso del francese; 1,147 euro a quello del Tedesco.

Lo dichiarano in una nota congiunta i presidenti Elio Lannutti (Adusbef) – Rosario Trefiletti (Federconsumatori).

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