Anche l’Osservatore Romano nei giorni scorsi si era sbilanciato: “Una finale Argentina-Germania, con due tifosi d’eccezione come Francesco e Benedetto XVI, entrerebbe di diritto nella storia del calcio”. La storia che alimenta la storia. Domenica allo stadio Maracanà di Rio de Janeiro proprio Argentina e Germania si sfideranno nella finale del Mondiale di calcio 2014.
I sudamericani hanno l’occasione di tornare a vincere il titolo dopo ben 28 anni: l’ultima volta fu nel 1986, nell’edizione disputata in Messico, grazie alla vittoria per 3-2 proprio contro la Germania. Nei quarti di finale gli argentini, guidati da Diego Maradona, superarono l’Inghilterra grazie ad una doppietta proprio dell’ex giocatore del Napoli, che segnò la famosa rete irregolare spingendo il pallone in rete con la celeberrima ‘Mano de Dios’. Per i tedeschi, invece, la partita di domenica ha più di un significato: non vincono il titolo iridato da 24 anni, da Italia 90, grazie all’1-0 in finale (sì, proprio contro l’Argentina). Trionfando domenica diventerebbero la prima nazionale europea a vincere un Mondiale organizzato da un Paese sudamericano. Ma, come detto, questa finale ha anche un significato…religioso, spirituale.
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