Lingua Blu: 41 indagati per corruzione e traffico illecito del virus. Tra i nomi anche un dirigente operativo in Abruzzo

In seguito alle annose proteste di gran parte degli allevatori e produttori italiani degli anni scorsi e dopo numerosissime denunce le indagini nel registro degli indagati della Procura di Roma compaiono i nomi di  coloro che  contribuirono ad importare quei vaccini che danneggiarono migliaia di allevatori che ancora oggi attendono giustizia. L’indagine della Procura di […]

lingua bluIn seguito alle annose proteste di gran parte degli allevatori e produttori italiani degli anni scorsi e dopo numerosissime denunce le indagini nel registro degli indagati della Procura di Roma compaiono i nomi di  coloro che  contribuirono ad importare quei vaccini che danneggiarono migliaia di allevatori che ancora oggi attendono giustizia. L’indagine della Procura di Roma ha portato alla luce una questione turpe di livello internazionale, ben più ampia.  Tra i vari nomi quelli di un dirigente torinese, operativo in Abruzzo, V.C, Direttore dell’Istituto zooprofilattico sperimentale d’ Abruzzo e Molise che con R.M Direttore generale dipartimento alimenti e sanità veterinaria del Ministero della Salute,  avrebbe disposto contro la blue tongue, per gli anni 2003-2004, l’impiego di un vaccino prodotto nella Repubblica del Sud Africa. Nelle relazioni dei carabinieri  Nas di Bologna e Roma, sollecitati dalle tantissime proteste di migliaia di allevatori e che da anni indagano sul traffico di vaccini in Italia, risulta che l’antidoto Sud Africano sarebbe stato somministrato senza alcuna sperimentazione e senza che sugli animali se ne potessero misurare gli effetti e le controindicazioni. Nell’inchiesta sull’aviaria i 2 dirigenti sono accusati di aver “cagionato la diffusione della blue tongue, per siero conversione da virus vaccinale, provocando ingenti danni al patrimonio zootecnico nazionale”. A conclusione delle indagini preliminari assieme a  Marabelli sono indagati per corruzione, rivelazione del segreto d’ufficio e falsità ideologica altri 4 dirigenti del Ministero della Salute e 3 manager di aziende farmaceutiche per aver imposto, in assenza di una reale emergenza sanitaria e “attraverso una gestione dispotica e monopolistica dell’emergenza blue-tongue la vaccinazione contro il virus della febbre catarrale su tutto il territorio nazionale” come si  si legge nella documentazioe degli inquirenti. Gli indagatiin collaborazione avrebbero determinato _ l‘acquisto in esubero, da parte del ministero della Salute, di 3 milioni 578 mila 800 dosi di vaccino non utilizzate per le campagne 2006-2007, 2007-2008, 2008-2009. Il danno erariale, solo per gli allevamenti della Regione Sardegna, ammonterebbe a 2 milioni e mezzo di euro. Mirabelli avrebbe favorito gli interessi della ditta farmaceutica Merial Italia spa, divisione salute animali del colosso Sanofi, attraverso accordi illeciti con i suoi dirigenti. Il dirigente del Ministero della Salute avrebbe ottenuto denaro, viaggi, forse finanziamenti a convegni o a centri di ricerca per violare il decreto legislativo n.119/1992 e rilasciare alla ditta Merial autorizzazioni all’importazione e distribuzione di lotti imprecisati di vaccino inattivato per la malattia della blue-tongue, per un periodo illimitato di tempo. U. V. S, dirigente nello stesso dipartimento di Mirabelli, avrebbe invece suggerito e consentito la distribuzione di vaccini prossimi alla scadenza dilatando la loro validità con P. C, Amministratore delegato della Merial Italia spa, E.P, Responsabile ufficio registrazioni dell’azienda, e M. M legale rappresentante della ditta Segena. Ad attestare ingiustamente l’innocuità e l’efficacia clinica dei vaccini della società leader nel settore animale, la Merial, sarebbe stato il funzionario ministeriale V. D riconoscimento atto ad evitare la revoca dell’autorizzazione all’immissione in commercio, ma su quest’ultimo potrebbe pesare anche l’accusa di aver avvisato gli altri delle ispezioni programmate ricevendo in cambio denaro e viaggi all’estero. La scusa dell’emergenza sanitaria avrebbe consentito a Marabelli e altri 12 dirigenti pubblici, tra cui la virologa e deputata di Scelta Civica I.C, l’autorizzazione dell’illecita importazione di 60 milioni di dosi di vaccino, il Dindarol, per un  valore di un milione di euro a favore della ditta Merial Italia spa. Il Dindarol è un medicinale impiegato per curare l’enterite emorragica dei polli. Virus e antidoti finivano nelle mani di P. C, manager italiano della Merial.. Secondo le indagini dei Carabinieri dei Nucleo antisofisticazione e sanità di Bologna c’erano già stati accertamenti sull’esistenza di una cupola criminale che trafficava di virus e vaccini H7  per poi somministrarli negli allevamenti di polli italiani.Sembra che Candoli sia l’uomo che nell’aprile del 1999 si fece recapitare a casa, tramite corriere Dhl, congelato in cubetti, un virus dell’aviaria. All’arrivo del plico anonimo, si racconta, che al telefono l’uomo invitò la moglie a mettere subito il plico in ghiacciaia. Forse, non è un  caso che l’arrivo del virus a casa Candoli corrisponda al periodo della più grande epidemia di influenza aviaria sviluppatasi in Europa. Già da allora le indagini dei Carabinieri dei Nucleo antisofisticazione e sanità di Bologna avevano accertato l’esistenza di una organizzazione criminale specializzata nel traffico di virus e vaccini H7 poi somministrati negli allevamenti di polli italiani. Il virus dell’aviaria, fu procurato da un veterinario statunitense che vigilava su degli allevamenti di polli in Arabia Saudita in seguito condannato in America a 9 mesi di prigione e 3 anni di libertà vigilata per cospirazione in contrabbando di virus. Lapersona che poi (secondo l’Espresso)in cambio dell’immunità, Candoli avrebbe rivelato tutto agli inquirenti statunitensi che indagavano sui  sui traffici di virus, scoperti dal dipartimento americano Homeland Security, che è un  istituto governativo fondato dopo i fatti delle Torri gemelle per contrastare il contrabbando batteriologico tra gli Stati uniti e l’Arabia Saudita. Lo scandalo percorre l’Europa fino la  Francia a Lione dove è operativa un’altra sede della Merial . L’organizzazione criminale organizzava un fiorente contrabbando di vaccini estrapolati dai  dai virus, senza alcuna precauzione, per poi spedire gli antidoti a prezzo altissimi ai Paesi richiedenti, è enorme il giro d’affari. Nel 2005, il dipartimento americano trasmette i verbali ai Carabinieri dei Nas. Candoli  a quanto si apprende aveva molti amici tra i funzionari del Ministero della Salute soprattutto nella Commissione consultiva del farmaco veterinario, il suo scopo era quello di  commercializzare i prodotti della società italiana Merial. Nel registro degli indagati della procura capitolina finisco infatti alcuni componenti della commissione consultiva del farmaco veterinario (G.B, della Regione Piemonte, A.C dell’Istituto superiore di sanità, F.M.C, direttore generale dell’istituto zooprofilattico di Lazio e Toscana, Giorgio Poli della facoltà di Veterinaria dell’università di Milano, S.P dell’università di Bologna). Tra i referenti più stretti di Candoli non manca l’onorevole I.C, studiosa del ceppo dell’influenza aviaria umana H5N1, prima di essere eletta deputata è stata responsabile del dipartimento di scienze biomediche comparate dell’Istituto zooprofilattico sperimentale (lzs) delle Venezie, presso la sede di Padova. In  quell’ istituto lavorano altri 3 funzionari che, sono indagati per associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, all’abuso di ufficio ed inoltre per traffico illecito di virus. Si tratta di I. A.S  e G.C.. Attualmente gli indagati dal Procuratore aggiunto di Roma Giancarlo Capaldo risultano essere 41, tra questi anche G.F, un’altra funzionaria del Ministero della Salute.

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