L’Aquila, sfratti morosi: Tinari, Cialente da sceriffo a Masaniello

Le motivazioni espresse nell’atto di citazione della Corte dei Conti, riguardo alla posizione del sindaco Cialente e degli assessori Moroni e Pelini, riportate quest’oggi dal quotidiano “Il Messaggero”, sono la migliore risposta alle farneticanti esternazioni del primo cittadino che, come sempre, quando si sente messo all’angolo la butta in caciara. Il danno erariale si configura […]

progettoCASE_AquilaLe motivazioni espresse nell’atto di citazione della Corte dei Conti, riguardo alla posizione del sindaco Cialente e degli assessori Moroni e Pelini, riportate quest’oggi dal quotidiano “Il Messaggero”, sono la migliore risposta alle farneticanti esternazioni del primo cittadino che, come sempre, quando si sente messo all’angolo la butta in caciara.
Il danno erariale si configura infatti, a detta del magistrato, in relazione alla mancata esecuzione di due delibere di Consiglio comunale, vale a dire la numero 171 e la numero 172 del 2011, in base alle quali l’insolvenza avrebbe determinato la perdita del diritto di occupazione dell’alloggio che, di conseguenza, avrebbe potuto essere assegnato a coloro che percepivano il Contributo di autonoma sistemazione, cosa che avrebbe determinato un risparmio per l’ente. E ancora, la magistratura contabile si sofferma sul fatto che il Comune avrebbe potuto distinguere, e non l’ha mai fatto, i pochi morosi per necessità dai molti “morosi di comodo”.
Del resto, che vi fossero persone che, pur potendo pagare, non avevano versato un centesimo, lo ha denunciato a più riprese lo stesso sindaco Cialente che, in linea con queste affermazioni, aveva plaudito all’iniziativa, da lui stesso enfaticamente presentata ai media, riguardante un accordo con la Guardia di Finanza per stanare i furbi. Ed è di pochi giorni fa l’ultimo annuncio dell’assessore De Santis, cui nel frattempo è andata la delega, del pugno di ferro e della tolleranza zero dell’Amministrazione contro i morosi, al netto di quanti avrebbero potuto dimostrare di essere in condizioni di indigenza. Tuttavia, da sceriffo a Masaniello il passo è breve per Cialente quando arriva la citazione della Corte dei Conti. Un atto, peraltro, non certo inatteso, visto che era risaputo che vi fosse un’inchiesta. Non commentiamo, poi, l’enfatica dichiarazione di non volersi difendere, subito smentita dal suo avvocato, che è poi il presidente del Consiglio Comunale Carlo Benedetti.
Basta con questi teatrini. È ora di finirla di chiudere i recinti quando i buoi sono scappati, di abbaiare alla luna e non proporre mai una soluzione, di cambiare continuamente posizione anche nei confronti del Governo, ora amico e salvifico, ora tiranno e boicottatore, a seconda di come si mettono le cose e di come più gli torna comodo.
Il problema dei morosi e dell’allarme sociale venga affrontato, dati alla mano, in Consiglio comunale e, in quella sede, si diano risposte serie e concrete, così da poter individuare una soluzione. E la soluzione non può essere che, siccome alcuni non possono pagare, non paga nessuno. O meglio, che pagano per tutti, e per l’inefficienza dell’Amministrazione, i soliti cittadini onesti.

Roberto Tinari 

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